Internazionalizzare. E’ la ricetta chiave per l’agrolimentare italiano. E d’altra parte in questi anni di crisi il sistema ha tenuto proprio grazie al tiraggio dei emrcati esteri. Ma su quali leve fare forza per consolidare il processo? A indicare punti di forza e di debolezza del made in Italy è stata Nomisma a Expo.
Una carta da giocare nei processi di internazionalizzazione è senza dubbio “l’elevata diffusione – spiega il rapporto – della cultura gastronomica italiana, grazie a 60 milioni di oriundi di origine italiana nel mondo, 4,4 milioni di italiani residenti in 190 paesi, 80mila ristoranti”. Un altro must è l'”Italian way of live” molto amtao dai consumatori di tutto il mondo. ma gioca dalla parte del made in Italy anche la flessibilità produttiva e la capacità di innovare. Ma c’è anche il rovescio della medaglia.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole