Con i caporali come con i mafiosi. Stesso trattamento: confiscargli i beni e chiamare in solido chi sfrutta il lavoro nero per stroncare alla radice il fenomeno. E chi trova il coraggio e la forza di denunciare potrà contare su un sostegno economico. Sono queste le misure a cui sta lavorando il governo che intende usare la mano pesante contro chi usa uomini e donne come fossero animali, sottopagandoli e al di fuori di qualunque normativavigente. Il piano di intervento dovrebbe essere pronto entro due settimane, i ministri di Agricoltura, Lavoro, Giustizia, insieme a sindacati, Inps e organizzazioni di agricoltori e imprese, che ieri si sono incontrati nella sede del ministro Maurizio Martina, sono al lavoro.
La Rete del lavoro di qualità. «Quello del caporalato è un fenomeno molto delicato e c’è un impegno molto forte del governo per un piano d’azione organico e stabile che sarà messo a punto dalla cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità costituita con il decreto “Campo libero 2014″», ha spiegato il ministro Martina al termine del vertice. Quattro i cardini su cui lavora la cabina di regia: investimento sul lavoro agricolo per cambiare il passo; operatività territoriale della rete e investimento vero ed unitario tra mondo del lavoro, imprese agricole, grande distribuzione e ministeri”.
Fonte: l’Unità