Dopo il 2014 l’annus horribilis per l’extravergine italiano la raccolta di quest’anno si annuncia sufficiente a riportare un po’ di sorriso e a ridurre la nostra dipendenza dall’estero, un paradosso per il paese che conta 85 milioni di alberi di ulivo con 350 differenti cultivar e non ha eguali al mondo. Ma è sul fronte della qualità che ci sono ottime prospettive. Le olive sono sane e più pingui, gli attacchi di mosca che l’anno passato si erano mangiati tre quarti del raccolto sono stati contenuti e la campagna olearia è in anticipo di almeno un mese. Si comincia tra una settimana.
Non in tutta Italia però è andata così. Al Nord le piogge primaverili hanno spogliato la fioritura, in Toscana le avversità atmosferiche hanno drasticamente ridotto le rese e generalmente al Centro le piante pur cariche non hanno portato a frutto tutti i fiori. Gabriella Gabrielloni di Recanati uno dei migliori produttori al mondo chiosa: «In Primavera avevamo gli alberi coperti di fiori; poi l’allegagione non è stata così esuberante. In compenso abbiamo olive sanissime e produrremo oli ricchi di polifenoli: saranno di altissima qualità». Si dovrebbe risalire dal picco negativo dello scorso anno di meno di 300 mila tonnellate a una cifra vicina alle 360 mila con un incremento del 20%. Dal Sud dovrebbero venire all’incirca 280 mila tonnellate con incrementi che arrivano anche a un quarto delle quantità. Ha sofferto come detto il Centro e anche al Nord si sono avuti problemi climatici tranne che nella zona del Garda.
Fonte: Libero