Quella della protezione delle Indicazioni geografiche europee resta una delle tematiche più controverse del negoziato per il TTIP, nell’ambito della quale ancora più difficile da sciogliere appare il nodo delle IG che sono percepite come “nomi generici“, di cui la Feta DOP, formaggio greco che in Europa è tutelato come Indicazione Geografica , rappresenta un caso esemplare. Alcuni di questi nomi, come Feta, Parma (con riferimento al prosciutto), Gorgonzola, vengono infatti comunemente utilizzati da aziende statunitensi che producono e commercializzano negli Stati Uniti, e che temono le conseguenze di un eventuale riconoscimento delle IG nell’ambito del TTIP, che si tradurrebbe in un divieto a poter utilizzare questi nomi per le loro produzioni.
È appunto la necessità di tutelare le produzioni legate al territorio e le economie locali che ne derivano – come la Feta, che in Grecia genera reddito ad una filiera di circa 50.000 allevatori – a rendere per l’UE una priorità il tema delle IG. Il fenomeno dell‘Italian Sounding dà un quadro chiaro dei rischi di una non adeguata regolamentazione delle IG sul mercato statunitense: a fronte di un valore dell’export verso gli USA delle IG italiane di 1,5 miliardi di € nel 2014 (dati Federalimentare), il mercato dei prodotti americani che sfruttano l’Italian Sounding è stato di 24 miliardi di €.
Fonte: THE WALL STREET JOURNAL