L’andamento dei prezzi delle carni dopo l’allarme dell’Oms, il dinamismo del mercato caseario e la difficile situazione in quello del latte, le evoluzioni stagionali del comparto ortofrutticolo, l’incertezza per gli oli di oliva e l’incremento produttivo globale del vino: punto per punto l’overview sul mercato agroalimentare elaborata da Ismea.
CARNI. In Italia e in altre piazze europee (Germania in particolare) l’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Oms sul consumo di carni ha avuto impatti negativi sui prezzi dei suini, con cedimenti piuttosto accentuati sul circuito del vivo, con cali soprattutto a carico dei capi da macello. Il comparto avicolo, invece, è condizionato dagli squilibri di un’offerta in eccesso rispetto a una domanda finale in ulteriore indebolimento, con riflettessi negativi sui prezzi soprattutto di polli e tacchini. Poche le novità nel comparto bovino, mercato destabilizzato dalle notizie dell’Oms, ma complessivamente stazionario sul fronte dei prezzi.
FORMAGGI. Mostrano un maggiore dinamismo i formaggi grana con prezzi in generale ripresa anche nelle aspettative delle prossime settimane. Stabili burro e materie grasse, mentre resta pesante la situazione sul mercato del latte crudo alla stalla, con i valori che ai livelli attuali non garantiscono margini di redditività agli allevatori.
CEREALI. Dopo i recenti ribassi la situazione sui mercati interni sta gradualmente stabilizzandosi per il grano duro, che sembra adesso aver trovato un punto di equilibrio. Mercato calmo anche per mais e orzo, mentre restano orientati al rialzo i risoni.
ORTOFRUTTICOLI. L’offerta più abbondante di ortaggi di stagione sta comportando, nel frattempo, un normale assestamento al ribasso dei valori per cavoli, finocchi, radicchi e carciofi. Una dinamica che dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni, salvo repentini mutamenti climatici, in un mercato che non sembra invece in grado di riassorbire, per lo meno in questa fase, i forti aumenti delle zucchine, che rispetto all’anno scorso spuntano prezzi quasi doppi (i minori investimenti nazionali, ma anche la scarsa pressione del prodotto d’importazione spiega l’attuale divario delle quotazioni che potrà iniziare a ridursi solo con il pieno apporto delle coltivazioni siciliane). In relazione ai prodotti frutticoli, si registrano scambi regolari e prezzi stabili per mele e pere, mentre accusano diffusi cedimenti le quotazioni dei loti, penalizzati da un’offerta eccedentaria e da un peggioramento qualitativo della merce. Poche le novità per l’uva da tavola, che presenta un andamento complessivamente stazionario, mentre è iniziata all’insegna della cautela la campagna di commercializzazione del kiwi, con valori di esordio inferiori all’anno scorso in ragione di una produzione più abbondante. Scambi regolari, con prezzi però in ulteriore flessione per le clementine, le cui affluenze sui mercati stanno aumentando rapidamente, incontrando comunque il favore della domanda. Le arance, disponibili in quantità ancora limitate, stanno invece subendo le crescenti pressioni concorrenziali esercitate dal prodotto spagnolo che sembra al momento avere la meglio sui mercati anche in termini di ricezione della domanda.
VINI. infine orientati alla prudenza i mercati vinicoli nazionali, data l’abbondanza d’offerta confermata in questi giorni dalla stima Oiv di un incremento del +2% della produzione mondiale 2015.
OLI DI OLIVA. Mercato confuso sul mercato degli oli di oliva, caratterizzati da diffusi cedimenti dei prezzi. Non è ancora chiara la composizione dell’offerta quali-quantitativa degli oli di nuova produzione, un elemento, questo, che sta creando nervosismo sui mercati e condizionando fortemente gli scambi.
Fonte: Ismea