Con l’approvazione, ufficializzata ieri, dei programmi di sviluppo rurale di Puglia e Sicilia, tutti i 23 Psr italiani per il periodo 2014-2020 hanno ricevuto il via libera dalla Commissione europea. Il «secondo pilastro» della Politica agricola comune vale per l’Italia 20,87 miliardi di euro in sette anni, di cui 10,44 dal bilancio Ue e i restanti 10,43 da risorse pubbliche (statali e regionali) o private. Per quanto riguarda il Psr della Puglia, spiccano i fondi per la ristrutturazione e l’ammodernamento che interesseranno oltre 2.200 aziende e la misura per le start-up (prima nota come «insediamento») che consentirà a 2 mila giovani di avviare nuove attività.
Se si guarda al livello nazionale, cioè a tutti i 23 Psr italiani, saranno più di 20 mila giovani agricoltori che riceveranno il sostegno per le start up, 27 mila aziende agricole potranno contare sugli aiuti per gli investimenti per modernizzare e ristrutturare, il 17% delle terre irrigate passerà a sistemi più efficienti, e si punta a creare oltre 3 mila posti di lavoro attraverso strategie di sviluppo locale come i programmi Leader. Il 20 novembre scorso, inoltre, è arrivato il disco verde per il programma di sviluppo rurale nazionale, importante soprattutto per gli strumenti di gestione del rischio. Saranno circa 90 mila le aziende agricole italiane che beneficeranno di un sostegno per assicurarsi contro le calamità, superfici pari a 395 mila ettari saranno interessate da interventi che renderanno più efficienti i sistemi di irrigazione, mentre quelli relativi alla conservazione della diversità genetica in allevamento interesseranno 39 razze bovine.
Fonte: Italia Oggi