Il fiore d’inverno più famoso della Marca è il Radicchio, prelibatezza gastronomica, e questa è la stagione in cui si mette in mostra, nei ristoranti e nelle feste che riempiono il calendario provinciale. E piace sempre di più, sia ai consumatori che ai produttori. Quella conclusa era stata una stagione difficile, con perdite fino al 20% a causa dell’eccessiva piovosità dell’estate. Ma adesso qualità e quantità in campo tornano positive: le superfici richieste per la certificazione IGP sono stabili per il Rosso di Treviso, e l’ottima stagione potrebbe avere in serbo anche un più 15%; il Radicchio di Castelfranco IGP invece inizia la sua scalata, con un più 6o%. In due decenni, il Consorzio compie vent’anni nel 2016, il valore della produzione lorda del Tardivo è passato da 2,5 a 50 milioni di euro; negli ultimi 7 anni il mercato del radicchio (di tutti i radicchi) è aumentato del 67%, trainato dal Rosso di Treviso IGP
Andando avanti con le cifre, nel 2005 la superficie coltivata a radicchio era di 200 ettari: oggi sono oltre duemila; nella stagione 2014/15 la produzione dell’ortaggio è stata di 551 tonnellate. Sono numeri da capogiro che mettono il Radicchio al secondo posto, nella Marca, fra i prodotti più significativi. Davanti c’è, ovviamente, l’inarrivabile prosecco e dietro, al terzo posto, incalza l’asparago, fiore di primavera. «Negli ultimi 7 anni – afferma Paolo Manzan, direttore del Consorzio di tutela del Rosso di Treviso IGP e del Variegato di Castelgranco IGP – la superficie di produzione è aumentata 6o% perché non è più trattato come un semplice ortaggio ma come un’eccellenza, una specificità del territorio che crea vaòore.
Fonte: Corriere del Veneto