Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza il tiro nella lotta all'”italian sounding” aperta con gli Stati Uniti e oggetto anche dei negoziati TTIP tra Unione Europea e Usa. Dopo aver denunciato alla Commissione Europea un fenomeno che colpisce il Parmigiano Reggiano con 100.000 tonnellate di prodotti venduti negli Stati Uniti con il termine “parmesan” e in confezioni che palesemente richiamano l’Italia, il Consorzio mette ora sul piatto gli esiti di una ricerca (sviluppata da Aicod) che evidenzia, oltre al danno per i produttori italiani, la situazione ingannevole che pesa sui consumatori americani.
I dati dell’indagine non lasciano dubbi, al proposito. Per il 66% dei consumatori statunitensi, infatti, il termine “parmesan” non è affatto generico – come sostengono, invece, le industrie casearie americane – ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell’Italia. Due terzi dei consumatori USA sono vittime dalll’etichettatura ingannevole. L’indicazione spontanea è poi stata approfondita offrendo un insegnamento sul come impostare il lavoro di tutela non solo del Parmigiano Reggiano DOP ma di tutte le DOP e IGP in qualsiasi negoziato internazionale.
Fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano