La storia è nata alla vigilia dell’ultima straordinaria vendemmia quando durante l’iniziativa Cia di “Vigna aperta”, sulle colline di Agliano Terme l’enologo Giuliano Noè lanciò una forte provocazione sull’attuale confusa identità della barbera e sulle necessità di fare chiarezza. Un appello subito colto dai dirigenti della Cia di Asti che hanno da qualche momento messo allo studio un progetto che vuole seriamente provare a mettere un pò di ordine nel prestigioso ma troppo frammentato mondo della Barbera. Lo scopo è quello di valorizzare nello specifico la DOP Piemonte fino ad allora considerata sovente utilizzata come una sorta di serbatoio di riserva aziendale raramente orientata ad una qualità che lo storico vitigno piemontese sicuramente merita.
In sintesi l’idea, completamente appoggiata dal Consorzio di Tutela, prende le mosse della constatazione di quante e quali siano le difficoltà che i consumatori incontrano per orientarsi tra le varie tipologie delle DOP Barbera con particolare riferimento alla DOP Piemonte Barbera che in commercio ed al consumo propone prodotti contraddistinti da un’unica denominazione ma con caratteristiche totalmente diverse rendendo estremamente difficile la riconoscibilità del vino elemento fondamentale per contare su proficue prospettive commerciali su qualsiasi tipo di mercato.
Fonte: La Stampa