L’allarme arriva da Coldiretti: “Nel 2015 hanno chiuso circa 1.000 stalle da latte, oltre il 60% delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente; sono scomparsi 2 milioni di animali tra mucche, maiali e pecore, con il pericolo di estinzione per le razze storiche e lo spopolamento delle aree interne e montane, ma a rischio c’è anche il primato dell’enogastronomia made in Italy con la dipendenza dall’estero che per carne, salumi, latte formaggi che è vicina al 40%“. E in pericolo sono anche “pezzi pregiati dell’enogastronomia nazionale”, i formaggi DOP per i quali l’Italia detiene il primato mondiale e i prodotti della norcineria nazionale.
Complessivamente, si parla di un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell’intero agroalimentare nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800mila persone al lavoro: è il quadro delineato nel dossier “L’Italia in fattoria” presentato dalla Coldiretti che sottolinea anche come “le norme europee e le distorsioni di mercato dalla stalla allo scaffale stanno provocando la scomparsa dell’allevamento italiano”, ponendo sotto accusa la normativa comunitaria che consente di spacciare come made in Italy prodotti importati dall’estero per la mancanza di norme chiare e trasparenti sull’etichettatura di origine. Questa situazione minaccia l’estinzione di ben 130 razze allevate (38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini).
Fonte: Repubblica.it