La Cia, il Cno (Consorzio nazionale degli olivicoltori) e l’Istituto poligrafico e zecca dello Stato stanno lavorando insieme per realizzare un contrassegno per le bottiglie di olio extravergine di oliva 100% italiano, coniato per certificare l’identità del prodotto, e una carta dei valori per garantirne la trasparenza dell’origine e dei processi produttivi, a vantaggio del consumatore e del produttore. Qualcosa di simile a ciò che già avviene per il vino. L’idea è stata presentata a un folto pubblico di operatori, convenuto nella sala stampa estera a Roma, dai presidenti della Cia Dino Scanavino e del Cno Gennaro Sicolo; dall’amministratore delegato del poligrafico Paolo Aielli, dal senatore di Sei Dario Stefano, dalla vicepresidente della Commissione parlamentare anticontraffazione Colomba Mongiello (Pd) e dal direttore della Fondazione Qualivita Mauro Rosati.
Il progetto nasce dalia constatazione che è necessario «infliggere un colpo letale a chi intende frodare, sofisticare e contraffare, ma anche a chi, cori furbizia, aggira norme e regole o ne sfrutta le debolezze, ingannando il consumatore», Il problema da risolvere — ha fatto notare Scanavino – è convincere i consumatori che l’olio più che un alimento è un nutrimento e che è a partire da questo assunto che va compiuta la scelta di acquisto. In questo senso – ha aggiunto il presidente della Cia – è opportuna un’adeguata educazione alimentare che in Italia ancora manca. Sicolo ha manifestato con emozione lo stato di depressione e tristezza in cui versa la media degli olivicoltori onesti. Una situazione alla quale si è giunti perché «nel settore non c’è progresso, né redditività o ricambio generazionale». Per uscire «da questo pantano vogliamo realizzare un sistema di controlli certi, che consentano di individuare rapidamente i colleghi che operano in maniera fraudolenta» ha aggiunto il presidente del Cno.
Fonte: L’informatore Agrario