Lo sviluppo di etichettature protette IGP permette ai produttori agricoli di esportare i loro prodotti a prezzi migliori. Per gli agricoltori del sud del mondo, i cui prodotti sono ancora in gran parte non riconosciuti sul mercato europeo, si tratta di una questione importante. I prodotti locali provenienti da Africa e Asia sono sempre più riconosciuti con indicazioni geografiche protette (IGP) che li aiuta a competere sui mercati europei, spesso inaccessibili per i paesi del Sud del mondo. Il pepe cambogiano Kampot, per esempio, ha ottenuto tale marchio poche settimane fa. Questo riconoscimento, inerente alla particolare qualità di un prodotto relativo ad uno specifico territorio, è valido in tutti i 28 Stati membri dell’UE e permette ai produttori di esportare i loro prodotti a prezzi fino a dieci volte superiori. “Grazie alla IGP, la produzione è davvero cresciuta” ha dichiarato Sarang Sok, consigliere presso il KPPA.
“Con la registrazione dell’IGP, il prezzo di vendita al chilo del pepe Kampot è passato da $ 1,5 a $ 15“. Il grande successo del pepe Kampot ha ispirato gli agricoltori in altri settori, tra cui zucchero di palma. “Oggi lo zucchero di palma ha una indicazione geografica in Cambogia, ma la speranza è quella di ottenere la IGP europea”, ha affermato Sok. Si ricordi che oggi la banca dati IGP europea contiene più di 1.500 prodotti, la maggior parte dei quali provenienti dall’Europa. I prodotti francesi (227), italiani (282) e spagnoli (189) rappresentano, da soli,quasi la metà di tutte le denominazioni IGP. In realtà l’elenco contiene pochissimi prodotti provenienti dagli agricoltori dei paesi in via di sviluppo. A parte il pepe Kampot, solo pochi altri prodotti sono presenti, come il caffè Doi Yung e quello Veldesia dalla Repubblica Dominicana.
Fonte: euractiv.com
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