La Cina l’ha capito: regolare (e non solo regolamentare) l’import-export del food è una priorità e il porto di Shanghai, leader per arrivi di merci, è diventato una sorta di laboratorio-cartina di tornasole di tutta la tematica. La Cina stessa, a sua volta, è vittima delle lacune nella conservazione e nel trasporto di alimenti e gran parte del food che circolava perso proprio a causa dell’inadeguatezza della catena del freddo, tanto più che la Cina si sta trasformando nel Paese leader del commercio online.
La restrizione delle barriere all’ingresso, poi, diventa un importante test per capire quanto la Cina punti sulla sicurezza alimentare: è all’arrivo, infatti, che le barriere sono più forti. Una serie di interventi specifici adottati in una cornice più generale ha creato quindi un quadro molto più articolato che le aziende devono conoscere, specie quelle che si dedicano al food e che vogliono esportarlo o lo esportano già in Cina. La dogana è il punto cruciale.
Fonte: Il Sole 24 Ore