Olio EVO made in Italy – Nel mondo, tutti i consumatori (99%) considerano il fenomeno dell’italian sounding una frode: a rischio c’è la propensione dichiarata all’acquisto di olio italiano da parte del 79% dei consumatori europei, del 68% di quelli asiatici e dell’84% di quelli americani che pensano di acquistare, come italiano, un prodotto che non è fatto con olive italiane. Il dato emerge da EXTRACT, l’osservatorio costituito da Unaprol (consorzio olivicolo italiano) ed Istituto Ixè per l’olio extra vergine di oliva di qualità, che ha presentato il primo rapporto sulla percezione tra olio extra vergine di oliva italiano e consumatore mondiale realizzato durante l’EXPO di Milano 2015.
Il rapporto traccia il profilo del consumatore mondiale con le sue aspettative rispetto al prodotto e le sue abitudini. Emerge che nel mondo, una media dell’86% dei consumatori conosce o ha sentito parlare dell’olio extra vergine d’oliva e il 72% dei consumatori sa che l’Italia è un paese produttore di olio extra vergine d’oliva. Nel mercato globale, l’Italia è in testa alla classifica di notorietà tra Paesi produttori seguita da Spagna, Grecia e Portogallo (i più informati sono gli europei ma in Asia il 33% dei consumatori non sa ancora oggi quali siano i paesi che producono olio). Il 37% dei consumatori a livello mondiale dichiara di utilizzare frequentemente l’olio extra vergine d’oliva italiano e i Paesi dove si concentra una maggior percentuale di consumatori di olio extra vergine italiano sono l’Europa, in particolare Francia, Austria e Russia, USA, Centro e Sud America.
Il 75% dei consumatori si dichiara propenso all’acquisto se si tratta di prodotto italiano e la maggioranza assoluta dichiara che al momento di acquistare un olio extra vergine d’oliva non bada al prezzo per avere la massima qualità. Inoltre ciò che il rapporto mette in risalto è che il 55% degli acquirenti di olio extra vergine d’oliva nel mondo, quando fa un acquisto legge l’etichetta, il 38% la legge solo occasionalmente, il 7% non la legge mai. Il 54% dei consumatori nel mondo è convinto di acquistare un prodotto di origine italiana, quando un’etichetta riporta un nome o un marchio italiano, ma tutti ritengono sia una frode scoprire che l’olio spacciato per made in Italy non è prodotto con olive italiane. “Per questo – ha concluso Davide Granieri, Presidente di Unaprol – insieme al rapporto consegniamo alle Istituzioni lo studio di fattibilità su un marchio di sostenibilità di tutta la filiera che dovrà contraddistinguere sul mercato mondiale la qualità del vero olio extra vergine di oliva italiano. Un marchio che racchiude valori economici, etici contro il lavoro nero, di tracciabilità e con parametri qualitativi superiori del vero prodotto italiano”.
Fonte: Unaprol.it