Nei giorni scorsi, nelle campagne della regione spagnola della Murcia, è stata avviata la distruzione di tonnellate di lattuga iceberg perch è i prezzi non coprono i costi di raccolta. La Murcia fornisce più del lodo di lattuga esportata dalla Spagna. É il termometro della pesante crisi del settore ortofrutta, che colpisce in particolare Spagna e Italia: prezzi all’origine al lumicino; bassa domanda; forte presenza sui mercati europei di prodotto marocchino, turco e egiziano a dazi agevolati. In Italia la punta riguarda il Pomodoro di Pachino IGP: un euro per produrne un chilo mentre all’ingrosso non va oltre i 35 centesimi. Cosa fare? La Spagna ha chiesto misure di salvaguardia che i ministri agricoli europei discuteranno il prossimo 15 febbraio.
Il ministro italiano Maurizio Martina sta mettendo a punto un pacchetto di misure, mentre i produttori del settore ortofrutta incalzano. «L’assenza del mercato russo a causa dell’embargo ha messo in ginocchio gli agricoltori», dice Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza coop agroalimentare. «E siamo preoccupati che nessun Paese ponga seriamente il problema». Antonio Schiavelli, presidente di Unaproa, spiega: «Senza la definizione di costi standard non adniamo da nessunaparte. In Europa e in Italia i costi sono questi e, in condizioni particolari di mercato come adesso, la concorrenza extraUe ci batte sul tema dei costi». Sulla stessa linea Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta: «Chiediamo la sospensione degli accordi per l’import agevolato extra-Ue; l’applicazione delle clausole di salvaguardia; elevare le quantità da ritirare dai mercati attravre s o le misure dell’Ocm». Questo per l’immediato. Sul medio-lungo periodo i tre presidenti indicano una strada comune: maggiore concentrazione dell’offerta (appena il 40% fa riferimento a Op o Aop come indicato dall’Europa); campagne promozionali a sostegno dei consumi; rapporto più equilibrato tra offerta e grande distribuzione.
Fonte: Il Sole 24 Ore