Si chiama «innovazione virtuosa» quella che potrebbe portare i droni di ultima generazione nelle vigne del territorio del Gavi DOP. Dall’applicazione militare a quella meramente ludica, i piccoli oggetti volanti radiocomandati stanno per fare il loro ingresso in agricoltura. Esempi di applicazioni, in altre province d’Italia, ce se sono già diverse: dalle risaie ai campi di grano. Il progetto che ha presentato la Cia, confederazione italiana agricoltori, insieme con l’azienda Deloitte, ai vignaioli del Consorzio del Gavi potrebbe essere il primo in zona, anche con la partecipazione dell’università degli studi di Torino e dell’Itis Volta di Alessandria.
Attraverso l’utilizzo dei droni è possibile, ad esempio, fare mappature dettagliate dei terreni, rilevare lo stato di attività vegetativo delle piante (in pratica la loro salute) ed effettuare così interventi mirati, mappare le zone di umidità della tenuta. A spiegarlo sono stati i docenti dell’università Enrico Corrado Borgogno Mondino e Giorgio Guglieri. Il costo, secondo Marco Gajetti di Deloitte, si aggirerebbe tra i 50 e i 100 euro ad ettaro monitorato, con una redditività, tenendo conto dei costi e dei risparmi derivanti da un monitoraggio preciso, oscillante tra i 1.000 e i 1.400 euro a vendemmia.
Fonte: Il Secolo XIX