Il dossier “pizza” già inviato a Parigi. Verdetto nel 2017. I precedenti: i “pupi” e la dieta mediterranea. Così dopo la notte degli Oscar ci sarà quella della pizza napoletana e dei suoi inimitabili artefici come candidati unici per l’Italia a rappresentare un patrimonio per l’umanità di quelli tutelati dall’Unesco? Probabile. Di certo ieri la cosiddetta arte dei pizzaioli napoletani è stata prescelta dalla sezione italiana dell’Unesco su proposta del Ministero dell’Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri. Il tutto con l’attiva opera di lobbying da parte del sottosegretario Enzo Amendola e con la collaborazione dei dicasteri dell’Università, dell’Ambiente, dell’Economia.
Insomma la pizza napoletana viene scelta perché “rappresenta l’Italia in tutto il mondo”. Un tempo una trovata del genere sarebbe stata bollata come luogo comune nel volere dipingere gli italiani come popolo di pizza, spaghetti e mandolino. Adesso la cosa invece viene presa molto sul serio, specie sulla scia dell’Expo di Milano chiusosi lo scorso ottobre e dedicato tutto all’alimentazione. D’altronde il successo televisivo di trasmissioni come “Masterchef” e “Hell’s kitchen” sta li a dimostrare quanto il settore un tempo snobbato se non negletto della buona cucina sia ormai diventato il business del terzo millennio. E allora un Paese come il nostro dove almeno a livello di cibo e genuinità dello stesso siamo i primi al mondo non poteva che fare un’opzione simile per la candidatura 2017 dei patrimoni culturali da sottoporre a tutela Unesco.
Il prossimo “step” sarà adesso quello di mandare il dossier pizza all’Unesco. Poi inizierà una defatigante trattativa che coinvolgerà oltre 200 Paesi. Anche perché “fino ad ora mai l’Unesco ha iscritto una tradizione connessa ad una produzione alimentare”. Per citare le affermazioni delresponsabilelegale dell’affaire pizza, cioè Pierluigi Petrillo. La candidatura de «L’arte dei pizzaioli napoletani» sarà poi decisa dall’Unesco, nella sede di Parigi, nel 2017. La petizione via twitter, con l’hashtag#PizzaUnesco, relativa al riconoscimento dell’arte dei pizzaioli partenopei come “bene immateriale culturale dell’umanità”, ha nel frattempo oltrepassato le 850mila firme.
Fonte: Il Tempo