I dati diffusi ieri da Mediobanca nella tradizionale indagine annuale sul settore del vino che precede l’avvio di Vinitaly a Verona, fugano gli ultimi dubbi e i pregiudizi attorno a uno dei settori cardine del made in Italy. Dietro l’immagine superficiale del successo, ci sono i fondamentali del fare impresa. Gli investimenti, l’innovazione di prodotto e di processo, il marketing finalizzato a conquistare i nuovi mercati, l’esatto posizionamento del rapporto qualità prezzo delle bottiglie rappresentano, infatti, i punti cardine.
Le prime 125 imprese italiane del vino nel 2o15 hanno incrementato del 18%, gli investimenti che oggi ammontano a quasi il 7% del fatturato. L’anno scorso il fatturato del settore è cresciuto del 4,8%, l’export del 6,5% e persino il mercato domestico, è cresciuto del 3,1%. L’occupazione è salita del 2,4% e per il 2016 il 92% delle cantine prevede di aumentare ancora il fatturato. L’Italia contende ogni anno alla Francia la leadership della produzione, ma è ancora molto dietro per fatturato. C’è ancora molto da fare su mercati promettenti come la Cina dove nel 2o15 c’è stato un pericoloso arretramento. Gli imprenditori chiedono di agire su due leve: sburocratizzare il settore; rilanciare la promozione e utilizzare la leva delle fiere.
Fonte: Il Sole 24 Ore