Il tavolo unico del Pecorino Romano è ancora lontano. La parte industriale sostiene che c’è sovrapproduzione e un crollo del prezzo, dunque il latte non può più essere pagato quanto pattuito. Gli allevatori dicono che i dati non sono reali che «si vuole speculare sulla pelle dei pastori» e, con i loro avvocati, hanno diffidato le imprese.. L’assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, invita a superare «divisioni e pregiudizi», invoca un organismo interprofessionale e annuncia un pacchetto di misure ad hoc: Fondo di garanzia da 10 milioni, 30 milioni per l’internazionalizzazione e mini bond.
“Nel 2014-2015 sono stati prosotti 300 mila quintali. Quest’anno stimiamo che al termine della stagione, la produzione sarà olrte 390 mila quintali, il 30% in più, sottolinea Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP. L’equilibrio che dà una buona remunerazione del latte è a 240 mila quintali, dunque c’è un grosso problema che va risolto. E non certo prendendo il megafono e urlando “al lupo al lupo”, ma sedendosi insieme intorno ad un tavolo”.
Fonte: L’Unione Sarda