Il Protocollo viticolo del Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP detta legge in tema di pesticidi e fitofarmaci nel territorio dei 15 comuni della DOP che si sovrappone in buona parte a quello della USL: nel documento, inviato ogni anno agli agricoltori, si trovano tutti i prodotti ammessi, le loro modalità di impiego, l’intervallo di tempo con cui devono essere irrorati sulla pianta. Gli ambientalisti contestano un unico difetto: il Protocollo Viticolo del Consorzio di Tutela non ha valore legale. I prodotti con principi attivi più pericolosi per l’ambiente e la salute dell’uomo, segnalati in rosso nel Protocollo, sono quindi “sconsigliati” ma non formalmente vietati. Nonostante tutto, gli agricoltori sembrano seguire le indicazioni del Consorzio di Tutela.
Però la missione dei Consorzio è sempre di “dare la preferenza ai preparati non classificati pericolosi per l’uomo, l’ambiente animale e acquatico”, come recita il Protocollo, e da qualche anno tutti gli agricoltori che vogliono utilizzare in vigneto prodotti fitosanitari devono frequentare un corso di formazione e un esame: senza il cosiddetto patentino, i consorzi non possono più vendere determinate sostanze. Il giro di vite sta dando i suoi frutti: dal 2012 a oggi, il Consorzio stima in un 20 per cento in meno la quantità di pesticidi e fitofarmaci irrorati sui vigneti. Per la stagione in corso sono state escluse tutte le formulazioni contenenti Tebuconazolo, Miclobutanil,Ciproconazolo, Penconazolo, Flauzinam, Etofenproxe Fluopyram. Sette principi attivi cui vanno aggiunti gli altri sette già inseriti in passato nella black list: Mancozeb, Folpet, Dithianon, Proquinazid, Mepanipirym, Valifenalate e Amisulbron. Da due anni è un ricordo anche l’elicottero dei pesticidi, che irrorava sostanze chimiche sulle “Rive” più scoscese: autorizzato con una deroga dalla Regione, è stato vietato da ordinanze dei singoli Comuni.
Fonte: La Tribuna di Treviso