Il sistema ortofrutticolo italiano è un modello vincente in Europa, ma perde terreno sui mercati internazionali. Con oltre 300 Organizzazioni di produttori (Op) che nel quadro dell’Organizzazione comune di mercato hanno dimostrato di sapere utilizzare meglio di altri paesi gli aiuti Ue (219 milioni a fronte dei 180 della Spagna e dei 12o della Francia). E un valore dell’export nazionale, tra prodotti freschi e trasformati, che nel 2015 si è attestato a circa 8 miliardi, con un aumento dell’8% rispetto al 2014 e un’impennata del 6o% negli ultimi dieci anni. Un risultato che colloca il settore al primo posto dell’export agroalimentare made inItaly.
Ma proprio nell’ultimo decennio l’Italia ha perso quote di mercato nel panorama mondiale, scendendo dal 5,1 al 3,6% nel segmento dell’ortofrutta fresca e dal 7,7 al 6,5°io con i prodotti trasformati. Lasciando sempre maggiori spazi di crescita a Stati Uniti, Cina e altri competitor emergenti, come Perù, Iran e Georgia. E’ quanto emerge dal 2° Rapporto Nomisma-Unaproa sulla competitività del settore ortofrutticolo presentato ieri a Roma. Lo studio, curato dalla società di ricerca, con il supporto dell’Unione nazionale dei produttori, evidenzia i nuovi equilibri diforza sui mercati internazionali, dove il sistema ortofrutticolo italiano potrà continuare a competere solo facendo leva su una migliore organizzazione, nuove forme di credito e strumenti come la gestione del rischio.
Fonte: Il Sole 24 Ore