Le prime Denominazioni del vino italiano, nate 50 anni fa, nel 1966, a tre anni dalla legge che nel 1963, le istituiva, sono state uno strumento fondamentale per lo sviluppo del vino italiano, contribuendo da un lato alla crescita e alla promozione nei mercati, e dall’altro alla formazione del tessuto imprenditoriale vinicolo italiano così come lo conosciamo, creando delle regole e dei disciplinari di produzione comuni per tutti i produttori. Eppure, oggi che in Italia se ne contano più di 400 (523 sommando le DOP e IGP ndr), bisogna pensare alla loro evoluzione, in un mondo sempre più globalizzato, e in un quadro normativo internazionale sempre più complesso, dove a contare è quasi esclusivamente la tutela dell’origine geografica del prodotto, e non il vitigno, che, d’altronde, insieme ai mille territori, è uno dei grandi elementi identitari del vino italiano. Ecco, in estrema sintesi, il messaggio che arriva dal convegno “A cent’anni”, promosso dal Consorzio delle Denominazione San Gimignano, per celebrare i 50 anni della Doc per la Vernaccia di San Gimignano, la prima Doc d’Italia.
Molti i contributi importanti nell’iniziativa organizzata dal Consorzio di tutela e dalla Presidente Letizia Cesani. Presenti l’eurodeputato S&D Paolo De Castro, il presidente della commissione agricoltura Luca Sani e i presidenti di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro e di Assoenologi Riccardo Cotarella. Spunto del Convegno la ricerca realizzata da Alberto Mattiacci, economista dell’Università La Sapienza di Roma.
Nel 2015 il giro di affari della produzione vinicola della Vernaccia di San Gimignano DOP – con 730 ettari vitati, 160 viticoltori e 91 imbottigliatori – è di 16,5 milioni di euro. L’export è pari al 52% del fatturato totale e le destinazioni europee, in ordine di importanza, sono Germania, Svizzera, Inghilterra, Olanda e Belgio, ma da solo il mercato Usa assorbe oltre 1 milione delle 5,5 milioni di bottiglie prodotte nell’anno. Nel mercato domestico il 19,2% della produzione totale del 2015 è stato commercializzato direttamente dalle aziende ai consumatori finali, mentre il 16,5% è andato agli esercizi commerciali di San Gimignano. Questo significa che il 35,7% della produzione è stato assorbito dal commercio locale e poco più del 12% è stato destinato al territorio nazionale.
Fonte: Wine News