“Il sistema delle DOP e delle IGP per il comparto agroalimentare rappresenta una garanzia di qualità certificata e di conseguenza la punta di diamante della produzione Made in Italy – afferma Giuseppe Liberatore, presidente di Aicig, Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche -. Molti dei prodotti italiani che possono fregiarsi di tale riconoscimento sono i nostri ambasciatori nel mondo e hanno uno stretto legame con il territorio di riferimento”. Il sistema Food delle 282 Indicazioni Geografiche italiane (165 DOP + 117 IGP) esprime una produzione certificata di 1,47 milioni di tonnellate, per un valore alla produzione di 6,4 miliardi di euro e un valore al consumo di circa 13,2 miliardi di euro, con la voce fondamentale dell’export che rappresenta oltre il 40% della produzione: 2,8 miliardi di euro con una dinamica di crescita quasi doppia rispetto al già rilevante risultato dell’agroalimentare totale.
Sistema trainato, anche all’export, da eccellenze quali l’Aceto Balsamico di Modena IGP (che esporta oltre il 90% della produzione totale), il Parmigiano Reggiano DOP, il Grana Padano DOP o il Prosciutto di Parma DOP per citare alcune fra le produzioni più forti: “Tutte denominazioni – prosegue Liberatore – che un recente censimento generale della Fondazione Qualivita ha piazzato ai primi posti, sia per valore che per volume, di una classifica, tra le realtà certificate più conosciute e “pesanti” sulla bilancia commerciale del comparto Food nel nostro Paese». Conclude il presidente di Aicig: “Il susseguirsi di performance positive dei nostri prodotti agroalimentari sui mercati mondiali ci spinge a una ulteriore apertura verso nuove realtà e alla definizione di strategie di promozione e valorizzazione di tali prodotti con attività mirate. Valorizzazione che necessariamente deve passare attraverso la condivisione di processi di accrescimento della conoscenza delle origini e procedere di pari passo con adeguate politiche di tutela e salvaguardia da frodi e contraffazioni, che Aicig sta portando avanti con successo al fianco del Mipaaf peri prodotti di bandiera dentro e fuori i confini nazionali».
Fonte: Gazzetta di Parma