Un fiume di vino sfuso, 550mila ettolitri, arriva dalle cantine della Castiglia e della Mancia fino ai vigneron del Midi, le belle regioni del sud della Francia dove lo scorso anno si sono prodotti 2,6 milioni di ettolitri di vino. Non è una novità, ogni anno si assiste alla rivolta dei vigneron per l’enorme quantità di vino sfuso che arriva dalla Spagna, non si sa bene da quali cantine e con il dubbio, insinuato da alcuni, che si tratti di una miscela con vini extracomunitari. I vini spagnoli rappresentano il 75% delle importazioni francesi e pesano per oltre 700 milioni di euro sulla bilancia commerciale vinicola (che ha, comunque, un saldo attivo di 7,6 miliardi di euro). La cosa certa è che tutto ciò alimenta il sospetto di truffe commerciali e di frodi fiscali è il prezzo: 35 centesimi al litro, meno della metà del prezzo degli sfuri prodotti nelle tante cantine del Midi.
Produttori francesi – Boris Calmette, presidente della CCVF (Confédération des coopératives vinicoles de France, l’equivalente della nostra Confcooperative), si scaglia contro i colleghi spagnoli che vendono a prezzi troppo bassi per essere credibili. E contro gli imbottigliatori francesi che, a suo parere, acquisterebbero il vino spagnolo per poi “francesizzarlo” in etichetta. Difficile da provare, ma senz’altro una domanda è lecita: dove finisce tutto il vino spagnolo importato?
Produttori spagnoli – Enrique Cepeda, direttore generale della cooperativa più grande di Spagna, la Virgen de la Vinas, dichiara:”Siamo l’ultimo anello di una catena commerciale dominata dagli imbottigliatori francesi: da due anni abbiamo vendemmie record, le cantine sono strapiene e loro ne approfittano, giocando al ribasso”.
Il rischio per l’talia – Certo il vino della prossima vendemmia dovrà pur trovare una via di sbocco. Se non sarà la Francia, dove i controlli alla frontiera, ma anche nelle cantine e nei supermercati (dove il vino in bag-in-box rappresenta ormai il 37% delle vendite) stanno diventando più stringenti (anche per abbassare il tasso di colère, di rabbia, dei vigneron ed evitare le solite scene delle autocisterne rovesciate al varco di Perpignan), allora sarà l’Italia la via di sbocco del vino sfuso spagnolo.
Fonte: Italia Oggi