Bevi il latte: è buono, fa bene alle ossa, ai denti e contiene vitamine. Lo ripetevano, fino allo sfinimento, qualche anno fa le mamme premurose. Bei tempi, per chi il latte lo produceva o lo trasformava in derivati. Poi, nel giro di un decennio, è cambiato tutto. Complici la crisi e le diverse abitudini dei consumatori, quello che prima era considerato un bene alimentare di prima necessità ha subito un drastico ridimensionamento. Strano paese l’Italia che sul patrimonio lattiero-caseario DOP ci ha costruito sopra le sue fortune, fino a diventare il primo produttore mondiale di formaggi DOP: 50 contro i 45 francesi.
Un primato che pesa se si guardano i numeri dell’export DOP: 10% nel 2015, oltre 360 mila tonnellate vendute e 2,2 miliardi di euro di ricavi. Un primato che, però, non sembra più trovare riscontro nel mercato domestico. Non a caso: gli italiani con 20,7 chilogrammi pro capite all’anno sono solo settimi nel mondo per consumo di formaggi, preceduti dai francesi con 25,9 chilogrammi ma anche da islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri. L’unico comparto che viaggia a gonfie vele, con percentuali a doppia cifra, è quello dell’alta digeribilità. Gli scaffali dei negozi e dei supermercati sono invasi da latte, latticini e forma; senza lattosio.
Fonte: la Repubblica – Affari e Finanza