Il Grana Padano DOP sarà presente alle Olimpiadi di Rio come formaggio di Casa Italia con lo chef Oldani e come partner del Coni – sottolinea il direttore generale del Consorzio di tutela Grana Padano, Stefano Berni – sulla base di una partnership che andrà avanti fino a tutto il 2017, finalizzata alla buona alimentazione di chi fa sport. Più che di un accordo commerciale in senso stretto, si tratta di un’operazione di accreditamento: «Vogliamo dimostrare al mondo che Il Grana Padano DOP è un alimento ideale per gli sportivi: è un concentrato di energia per l’organismo e di calcio per le ossa, si digerisce in modo molto rapido, non contiene lattosio».
Ma quanto vale il marchio Grana Padano DOP nell’agroalimentare italiano? «Stiamo parlando del prodotto DOP più venduto al mondo. La produzione ha superato i 4,8 milioni di forme da 40 chilogrammi ciascuna, ricavate dalla trasformazione di 2,7 milioni di tonnellate di latte proveniente da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino e Piemonte (i produttori consorziati sono 130, ndr). Detto in altri termini: se mettessimo in fila, una dietro l’altra, le forme di Grana Padano prodotte ogni anno, copriremmo la distanza tra Bolzano e Lecce in andata e ritorno; se inscatolassimo tutto il latte utilizzato per fare il nostro formaggio, le confezioni farebbero 12 volte e mezza il giro della circonferenza terrestre». Sono numeri che fanno impressione… «Mi è capitato di constatarlo di persona. Qualche tempo fa, a Solferino, c’erano quasi duecento ospiti francesi invitati per un gemellaggio: quando gli abbiamo elencato le cifre del Grana Padano, sono rimasti a bocca aperta. Aggiungiamo pure che l’export sfiora il 38%, principalmente in Europa e negli Stati Uniti ».
Fonte: Corriere del Veneto