In occasione del World Congress dell’AIPPI-Associazione Internazionale per la Protezione della Proprietà Intellettuale in corso a Milano, si è svolto ieri un Panel dedicato al futuro delle Indicazioni Geografiche a livello globale. Unico relatore italiano che ha preso parte a questa sezione è stato Federico Desimoni, Direttore del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. L’avv. Desimoni, soddisfatto del dibattito e della reazione degli intervenuti, riprende alcuni passaggi del Panel.
“Il confronto sviluppato tra i rappresentanti del WIPO e l’avvocato giapponese presenti al tavolo della discussione – spiega Desimoni – ha individuato degli interventi necessari a livello internazionale sulla tutela delle IG. Sono emersi punti di vista diversi sulla stessa problematica, ma il nocciolo della questione non è se si debbano tutelare o meno le IG, questo anche il WTO lo dichiara apertamente, bensì come e perché ciò debba essere fatto. L’esperienza che ho portato dal Consorzio di tutela ci ha insegnato che ciò è giusto perché protegge nei fatti l’interesse pubblico, i territori e le persone che dalla produzione e vendita di prodotti IG traggono il proprio sostentamento economico, e difende la sostenibilità sociale ed ambientale che crea valore e sviluppo locale. Per tutelare un prodotto e i diritti di proprietà intellettuale ad esso collegati è indispensabile disporre di strumenti giuridici efficaci. I marchi registrati pregressi continueranno ad essere tutelati indipendentemente, tuttavia l’auspicio è che anche la tutela per le IG possa avere la stessa dignità e la stessa attenzione che ruota attorno ai grandi brand”.
Nel parlare di tutela degli interessi di un territorio ben definito, Desimoni ha specificatamente portato l’esempio dell’Aceto Balsamico di Modena IGP: “ad oggi il sistema di tutela internazionale riguarda solo i marchi registrati, il che significa difendere l’interesse di pochi. Con l’introduzione di sistemi di tutela delle IG l’obiettivo è di arrivare a tutelare l’interesse di tanti piccoli produttori che insieme fanno l’interesse collettivo di un territorio. Le campagne attorno a Modena ad esempio, rimangono vivaci e vitali perché su quei territori nascono prodotti di eccellenza come l’aceto balsamico che, per la sua notorietà anche all’estero – viene esportato oltre il 90% della produzione totale – porta un ritorno economico e quindi benessere per il tessuto sociale locale”.
Ciò che è emerso da questo incontro con numerosi giuristi di tutto il mondo, protagonisti di tre giorni di lavoro su panel di diversa natura, è un messaggio ben preciso: non deve passare l’idea che ci sia uno scontro tra i Paesi che proteggono le IG e Paesi che invece rifiutano loro qualsiasi protezione. Piuttosto, mentre è generalmente accettato che le IG meritino protezione, nascono conflitti per quanto riguarda la forma, il contenuto e la forza di tale protezione. I lavori si sono articolati partendo dalle disposizioni della legge di Ginevra e hanno sviluppato i seguenti temi: estensione della protezione delle Indicazioni Geografiche, in particolare di una protezione “di base” per non indurre in errore il pubblico e una protezione più forte contro gli attacchi esterni; genericità e posizioni concernenti le Indicazioni Geografiche divenute generiche (ciò che accade quando solo una parte dell’IG è generico o quando terzi presuppongono che un termine simile all’IG sia generico e possa essere utilizzato liberamente come ad esempio “parmigiano” rispetto a “Parmigiano Reggiano”); relazione tra IG e marchi precedenti; forme di tutela delle Indicazioni Geografiche e sanzioni; rifiuto degli effetti di una registrazione internazionale IG e possibili motivi di un rifiuto e nullità dell’efficacia di una registrazione internazionale.
Fonte: Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP