“L’Italia deve smettere di aver paura della globalizzazione e tornare ad essere leader, a partire da turismo ed enogastronomia, e il Chianti Classico DOP rappresenta uno straordinario strumento di successo per il nostro Paese”. Con queste parole il premier Matteo Renzi è intervenuto sabato 24 settembre alle celebrazioni del 300esimo anniversario della prima delimitazione del territorio del Chianti Classico DOP, che hanno riunito al Teatro dell’Opera di Firenze le più alte cariche istituzionali e i rappresentanti più autorevoli dell’universo enologico italiano e internazionale.
“Dobbiamo vivere questo anniversario con lo sguardo rivolto al futuro – ha continuato il Presidente del Consiglio – perché l’industria del vino produce oggi 5,5 miliardi di euro di fatturato l’anno e si stima che nel 2020 possa arrivare a 7 miliardi. Dobbiamo difendere il made in Italy, c’è bisogno di investire e il Consorzio del Chianti Classico DOP – ha dichiarato Renzi – lo ha fatto quando ancora nessuno ci pensava: considerate il Governo e il Parlamento al vostro fianco”.
La proiezione verso il futuro del Gallo Nero è testimoniata dai tre obiettivi presentati proprio oggi: un accordo con la più prestigiosa denominazione vinicola al mondo, la candidatura a patrimonio dell’umanità per il territorio e la costituzione del Distretto Rurale del Chianti, riconoscimento finale di un’area a vocazione agricola tra le più produttive d’Italia. “A 300 anni dalla nostra denominazione – ha ribadito il Presidente del Consorzio Sergio Zingarelli – presentiamo l’avvio di tre progetti che daranno ulteriore linfa al territorio a cui apparteniamo, alle 600 aziende che costituiscono il Consorzio del Gallo Nero e alle oltre 6 mila persone a cui danno lavoro direttamente”. “Il Chianti costituisce senza dubbio uno dei Distretti più importanti dell’agroalimentare italiano – continua Zingarelli – e per tale motivo deve ottenere il suo riconoscimento ufficiale”.
A partire dalla costituzione del Distretto Rurale del Chianti, “che consentirà a imprese e istituzioni di utilizzare al meglio gli strumenti finanziari e normativi oggi disponibili, pianificando investimenti pubblici e privati in una cornice di programmazione comune”. “Il legame indissolubile tra territorio e qualità del prodotto – ha dichiarato Giuseppe Liberatore, Direttore Generale Consorzio Vino Chianti Classico – ha reso il Chianti Classico e le colline del Chianti un’icona del turismo internazionale. Tale risultato deve spingerci ad andare avanti. Per questo ci siamo dotati di strumenti indispensabili per il futuro, e ieri abbiamo ratificato un documento di collaborazione con le istituzioni politiche e le rappresentanze economiche del territorio, stringendo un legame tra mondo dell’impresa e politica, che ha come oggetto l’istituzione del Distretto Rurale del Chianti. E’ stato necessario superare incomprensioni, ritardi e trovare un linguaggio comune. Il risultato è infine arrivato, dopo un percorso lungo quasi due decenni. Infatti la prima proposta risale ai primi anni del 2000. Alcuni problemi bloccarono a quel tempo il percorso che oggi finalmente si conclude con il riconoscimento del Distretto, con l’obiettivo di delineare strategie di sviluppo nell’ottica di una programmazione economico-turistica integrata.
Un ulteriore importante attestato potrebbe arrivare dall’Unesco, a cui il Consorzio ha presentato la candidatura del territorio come patrimonio dell’umanità. La decisione, già deliberata dall’Assemblea dei Soci lo scorso febbraio, è stata ufficializzata dalla Conferenza dei Sindaci a sostegno dell’iniziativa. E’ già realtà, invece, l’accordo di collaborazione tra il Chianti Classico DOP e lo Champagne DOP, non solo il vino più celebre al mondo, ma anche un’icona di qualità e un modello di business da perseguire, anche nel cuore della Toscana. “Lo Champagne – sottolinea Zingarelli – è riuscito in un’impresa unica nel nostro settore: stabilizzare i prezzi alla fonte (sfuso) ad un livello remunerativo per tutti gli operatori della filiera”. Ancora da definire i dettagli dell’accordo, ma i contorni sono già chiari. “In questa strada – conclude il Presidente del Consorzio Chianti Classico DOP – ci impegneremo come Consorzio in maniera condivisa con le Amministrazioni comunali e la Regione”.
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