Partita ieri la campagna di raccolta 2016 delle olive per la produzione dell’olio extravergine Aprutino-Pescarese DOP, nei comuni del triangolo dell’oro verde d’Abruzzo, Pianella, Moscufo e Loreto, nell’area vestina e Città Sant’Angelo. Il ministero delle Politiche agricole ha dato l’ok alla raccolta anticipata su richiesta del Consorzio per la tutela dell’olio DOP Aprutino-Pescarese.
“L’olio nuovo, e buono, ci sarà, meno dell’anno scorso ma ci sarà. Prepariamoci ad assaggiarlo sulle bruschette a crudo, nelle minestre e negli arrosti per gustarlo in tutta la sua fragranza”, afferma il presidente del Consorzio Silvano Ferri, “nei giorni scorsi nei frantoi aziendali sono state fatte prove per vedere cosa veniva fuori e dobbiamo dire che la qualità era già soddisfacente, con una resa discreta. Ora le attività di raccolta e molitura sono entrate a pieno regime”. Per l’olio evo dell’Aprutino-Pescarese DOP, il 2016 non sarà un’annata con una produzione eccezionale in termini di quantità, ma la qualità non mancherà.
“Le stime prevedono una diminuzione del 40-50% rispetto al 2015”, spiega Ferri, “a questa situazione grave c’è da aggiungere un danno ancora più grave, legato alla cattiva informazione che arreca danno al mondo produttivo e al prodotto. È doveroso sfatare alcuni miti e leggende metropolitane che circolano: non è vero che tutto l’olio evo 2016 sarà pessimo o immangiabile”. L’olio buono dunque arriverà sulle nostre tavole, extravergine, biologico e DOP, tutti i tipi rispetteranno i parametri previsti dalla legge.
Parte del raccolto è stato salvato dalle aggressioni della mosca olearia, grazie a specifici trattamenti effettuati nei mesi scorsi. “In quantità minore, ma l’olio evo ci sarà”, assicura Ferri, “gli olivicoltori, per i quali questa attività è la principale fonte di reddito, hanno seguito perfettamente le pratiche agronomiche da luglio, alle prime avvisaglie di attacchi di mosca olearia. Negli oliveti bio sono state inserite trappole a cattura massale e fatti trattamenti a base di caolino e rame, senza residui tossici, ma che hanno costretto gli olivicoltori a grossi investimenti e costi di gestione. Abbiamo assaggiato gli oli della nostra cultivar dritta prodotti in questi giorni: a livello sensoriale i profumi ci sono e i parametri chimici sono abbondantemente entro i valori previsti dalla legge”.
Fonte: Il Centro