Col passare dei giorni invece di chiarirsi il dossier sulla contestata graduatoria dei progetti promozionali finanziati con i fondi dell’OCM vino, tutto si complica sempre più con primi orientamenti del Tar del Lazio e con i documenti in mano alle aziende contestate dai ricorsi e che tratteggiano uno scenario più complesso di quanto immaginato in un primo momento. La graduatoria relativa ai progetti nazionali che è stata impugnata nei giorni scorsi riguarda un budget di 30,6 milioni sui complessivi 102 destinati all’Italia. Intanto i ricorsi hanno riguardato la prima graduatoria e in particolare le premialità che sono state riconosciuti ad alcuni soggetti in quanto “nuovi beneficiari” nonostante fossero composti da aziende che già hanno avuto accesso a queste risorse in passato.
Ma novità di rilievo sono giunte anche dal fronte delle imprese, e specificamente da quello delle aziende messe sul banco degli accusati. Ovvero proprio quelle associazioni di impresa e consorzi i cui progetti sono risultati finanziabili ma contestati . Dal fronte dei “nuovi beneficiari” sub judice sono emerse alcune Faq rivolte al ministero per le Politiche agricole e le relative risposte fornite dai tecnici del Mipaaf. Ebbene a diversi quesiti, rivolti da nuove associazioni di imprese, dalla Regione Toscana e dal Comitato Grandi Cm, relativi alla possibilità di finanziare con fondi Ocm le aggregazioni di soggetti di nuova costituzione nonostante annoverino tra i soci imprese già in passato finanziate, la risposta del ministero per le Politiche agricole è stata positiva. I nuovi proponenti «sono soggetti dotati di personalità giuridica propria — si legge in una risposta del ministero – e pertanto sono essi stessi i diretti beneficiari dell’agevolazione comunitaria e non i propri associati coinvolti nelle attività di promozione».
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole