Annata difficile per i produttori di olio, con la campagna di raccolta 2016-2017 che preannuncia risultati disastrosi: -37% rispetto al 2015 la resa prevista secondo le stime del Consorzio olivicolo italiano (Unaprol), che attestano la produzione complessiva intorno alle 289mila tonnellate. Oltre un terzo della produzione nazionale è in pericolo a causa di fenomeni come il batterio Xylella o la mosca olearia. A rischio ci sono soprattutto le regioni del Sud.
Niente drammi, comunque, per il presidente di Unaprol, David Granieri perché restiamo comunque la seconda potenza mondiale dell’olio, dietro solo alla Spagna e davanti alla Grecia e inoltre «Il bilancio potrebbe essere un po’ raddrizzato dalle molteplici piccole aziende che sono sotto la soglia del parametro minimo produttivo assunto dai rilevamenti ufficiali». In tutta Italia, poi, va considerato un calo fisiologico dovuto al fatto che l’anno scorso i risultati sono stati molto positivi e che, quindi, è normale un riassestamento verso il basso.
La situazione più preoccupante è quella delle regioni del Sud, alle prese con la mosca olearia, parassita che attacca gli alberi e che riduce sia la quantità che la qualità del prodotto finale. A questo, in alcune aree, si è sommato l’effetto della Xylella, il batterio che ha creato una vera e propria emergenza in Puglia. Proprio la Puglia, allora, è destinata a subire una contrazione nell’ordine del -40%, fermandosi a 242mila tonnellate: un risultato pesante, considerando che parliamo del primo produttore italiano. La Sicilia viaggia verso una perdita del -42%, a quota 52mila tonnellate, mentre la Campania calerà del -49%, a 19mila.
Buone prospettive al contrario per alcune regioni del Nord, come il Veneto, dove si prevede un aumento della produzione del +30%: anche se parliamo di sole 1.761 tonnellate, una fetta piccolissima della torta dell’olio italiano. Notizie positive dovrebbero arrivare anche dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino Alto Adige.
Fonte: QN