I vigneti del Soave DOP superano l’esame dell’associazione più titolata al mondo per il monitoraggio ambientale. La loro presenza nelle colture ha certificato la qualità biologica. Sul suolo, sono stati esaminati anche altri insetti «testimonial». Sono state le cavallette a promuovere la qualità ambientale del vigneto Soave DOP: è anche a questi preziosi ortotteri, che sono ritenuti certificatori di qualità biologica, che il Consorzio di tutela del Soave DOP si è rivolto per far valutare la qualità ambientale e la biodiversità nell’area Classica.E lo ha fatto attraverso l’applicazione del protocollo “Biodiversity friend” proposto nel 2010 dalla World biodiversity association Onlus. Si chiama così l’associazione che risulta essere la più titolata al mondo quanto a monitoraggio ambientale sul fronte della biodiversità.
Dopo due anni di lavoro su 1700 ettari a vigneto (una mastodontica monocultura che già da sola giustificherebbe l’interrogativo sulla salvaguardia della biodiversità) il risultato complessivo sta in questa frase: “I risultati dell’attività svolta – scrive il Wba – denotano uno stato di conservazione dei suoli di livello complessivamente soddisfacente, riconducibile, nei casi dei valori più elevati ottenuti dall’indagine, alle condizioni riscontrabili in aree non coltivate caratterizzate da un buon livello di conservazione e naturalità”.
Secondo il presidente del Consorzio di tutela Soave DOP Arturo Stocchetti “Lo hanno certificato, con la loro presenza, le cavallette ma anche molti altri organismi scovati nel corso dell’indagine su suolo, aria e acque superficiali dei tre piccoli corsi d’acqua che scorrono nell’area Classica. All’esame del suolo hanno manifestato la loro presenza costante e abbondante molluschi gasteropodi polmonati, ragni, acari, formicidi e coleotteri, il che significa stato di conservazione dei suoli di livello complessivamente soddisfacente”. Sono gli indici a dirlo, perchè l’Ibs-bf minimo (indice di biodiversità del suolo) è 100, e a questo punteggio sono arrivati agevolmente 12 dei 15 siti indagati: uno è arrivato addirittura a 180. La “pagella” dell’acqua è “generalmente buona” e in questo ambiente è stata rilevata una “discreta diversità tassonomica con un numero di specie complessivo superiore alle 10 unità”.Aspetto ancor più rilevante è il fatto che “alcune di queste specie appartengono a gruppi di macroinvertebrati con bassa tolleranza a livelli elevati di inquinamento”.E l’aria? In questo caso la sufficienza si ottiene con indice pari a 45, “punteggio” largamente superato con un valore medio di 58,51: in 9 stazioni su 10 i valori sono superiori o uguali al limite ed indicano, dunque, “un grado di naturalità elevato”.
Fonte: L’Arena