Dopo l” Asiagio” dell’Ucraina ecco quello Usa bloccato in Cina. «L’UE faccia valere nei trattati il riconoscimento dei marchio. Formare un consumatore consapevole e persistere nel far riconoscere i marchi di tutela in tutto il mondo attraverso i trattati commerciali sia italiani che europei. È la strada intrapresa ormai da cinque anni dal Consorzio tutela Formaggio Asiago DOP per contrastare la contraffazione del formaggio Asiago e il fenomeno dell” Italian sounding”, ovvero la diffusione di quei prodotti che richiamano nomi italiani senza però avere origine nella nostra penisola. Come il formaggio ucraino “Asiagio” bloccato ad agosto, un chiaro esempio della scorretta pratica commerciale. Quello della contraffazione è un fenomeno in crescita, che genera un giro d’affari di 60 miliardi di euro all’anno solo nel falso agroalimentare di prodotti italiani, mentre il commercio elettronico di prodotti alimentari farlocchi crea un mercato parallelo per 200 milioni di euro; mercato in rapida crescita au- I numeri 46,6 percentuale di crescita sul mercato cinese. E questa la misura della crescita del mercato dei formaggi importati in Cina nel 2016. Per una porzione considerevole, pari al 17 percento, i formaggi sono italiani. Nel mercato cinese è entrato di recente anche l’Asiago DOP.
Il formaggio Asiago DOP è il sesto formaggio italiano più copiato e le nazioni che più lo donano sono Stati Uniti, Australia e quelle sudamericane. Paesi dove il Consorzio tutela Formaggio Asiago attua un costante controllo oltre che una politica atta a far riconoscere il marchio di origine. «I marchi trasmettono un messaggio dal produttore al consumatore – spiega il direttore del Consorzio, Flavio Innocenzi -. Non attestano solo la qualità ma anche la storia e l’immagine del territorio da cui provengono. Ledendo questo legame si eliminano le caratteristiche uniche dell’origine del prodotto stesso». Proprio ad inizio mese, alla fiera agroalimentare di Shanghai (dopo episodi analoghi in Vietnam e Giappone), il Consorzio ha fatto togliere dagli stand i prodotti di tre aziende statunitensi che violavano il marchio Asiago DOP, già registrato in Cina, gettando le basi per una maggior tutela dei marchi DOP. Guadagnandosi anche il plauso del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina.
«Fare attività di tutela della proprietà intellettuale, quali sono i prodotti Dpp – prosegue Innocenzi -. E difendere il legame con il territorio. Ha risvolti non solo economici ma anche sociali, che vanno protetti senza concessioni. Proprio su questo, assieme a tutti i consorzi di tutela italiani, stiamo chiedendo alla Unione europea di far valere, nell’ambito dei negoziati bilaterali, per le indicazioni geografiche, il pieno riconoscimento». Da tempo l’Italia, con un’azione coordinata tra enti ministeriali e consorzi di tutela, è all’avanguardia nella difesa dei prodotti con i marchi DOP e IGP attraverso degli accordi molto stretti con le più importanti realtà dell’e-commerce e nei trattati commerciali internazionali, evitando chele denominazioni d’origine protetta vengano ricondotti a semplici prodotti generici. La sottoscrizione del programma di verifica dei diritti di proprietà che ha permesso al Consorzio di bloccare la vendita di Asiago contraffatto su Ebay è del 2014. II Consorzio resta sempre con la guardia alta. Quello della contraffazione è un fenomeno in netta crescita, che genera un giro d’affari di 60 miliardi di euro all’anno solo nel falso agroalimentare di prodotti italiani ed è destinato a crescere.
Fonte: Il Giornale di Vicenza