Pagherà da 30 mila a 100 mila euro chi si rende colpevole di contraffazione o alterazione dei collarini posti intorno ai colli delle bottiglie DOP (Doc e Docg) e stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato o da altre tipografie autorizzate. Stessa multa per chi acquista, detiene, cede ad altri ovvero usa i contrassegni alterati. E punita, poi, con la stessa ammenda la contraffazione o l’alterazione, ma anche l’acquisto, la detenzione e la cessione, dei codici di identificazione alternativi ai contrassegni, così come l’uso di codici alterati, contraffatti o rilasciati da soggetto non autorizzato nonché l’utilizzo su più recipienti dello stesso codice. E questa la modifica principale introdotta dai tre emendamenti al ddl 2535 “Testo unico della vite e del vino“, approvati all’unanimità nei giorni scorsi dalla commissione agricoltura del Senato (si veda articolo a lato). Il provvedimento è stato rinviato per la terza lettura alla Camera dove, domani, sarà esaminato in sede referente dalla commissione agricoltura e in sede consultiva dalle commissioni giustizia e politiche comunitarie.
Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che il testo sarà approvato il 28 novembre alla camera. I tre emendamenti della Comagri di Palazzo Madama da un lato hanno recepito le indicazioni della Commissione UE correggendo inesattezze riguardanti i riferimenti UE per l’ambito di applicazione (art. 2) e la salvaguardia dei vigneti eroici o storici (art. 7), e, dall’altro hanno recepito le osservazioni della commissione giustizia del Senato sulle violazioni in materia di designazione e presentazione (art. 74). Proprio sul tema delle sanzioni il testo rischiava di non passare il vaglio di costituzionalità. In caso di contraffazione dei contrassegni autorizzati era stata, infatti, introdotta sia la sanzione penale che amministrativa, mentre non è possibile prevedere tipologie differenziate di pene per la stessa violazione. In base al nuovo testo, quindi, sarà applicata l’ammenda amministrativa, e solo nei casi più gravi, e di reiterazione del reato, scatteranno le sanzioni penali.
Arriva una stretta sulle violazioni in materia di vinificazione e distillazione dei vini. Così come la tenuta delle dichiarazioni di raccolta, di produzione e di giacenza di prodotti vitivinicoli, la cui mancata compilazione costerà ai produttori fino a 3 mila euro. E con multe che possono arrivare fino a 10 mila euro per il produttore che introduce uve da tavola all’interno di stabilimenti destinati alla vinificazione di uve da vino. Mentre per chi viola i limiti, le condizioni e le altre prescrizioni in materia di pratiche e trattamenti enologici, previsti dall’articolo 80 e dall’allegato VIII al regolamento (Ue) n. 1308/2013, nonché dalle relative leggi nazionali, la multa potrà arrivare fino a 45 mila euro.
Fonte: Italia Oggi