Lieve aumento della quantità complessiva di vino prodotto in Italia rispetto al 2015: +2% per una produzione in valori assoluti intorno ai 51,5 milioni di ettolitri. La qualità, invece, è a macchia di leopardo, ma complessivamente rimane buona. Per quel che riguarda le quotazioni, in una situazione di sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno, si registra una lieve crescita per alcune tipologie di vini, in particolare quelli a denominazione di origine, dal momento che sono tra i più richiesti dal mercato. Sul fronte dei consumi, a fine 2016 gli italiani scenderanno sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 del 2007. Sono i dati definitivi elaborati da Assoenologi, l’associazione presieduta da Riccardo Cotarella; rilevazioni che confermano il primato mondiale della produzione italiana di vino, già rilevata pochi giorni fa dal report annuale dell’Organizzazione mondiale della vite e del vino.
In termini quantitativi, la vendemmia 2016 si pone al primo posto nella classifica degli ultimi dieci anni seguito dal 2015 (50,7 milioni di ettolitri) e dal 2006 (49,6 milioni di ettolitri). L’Abruzzo e la Puglia sono le regioni che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di produzione compresi fra il +10% e il 15%, segue con +7% il Veneto e con +3% il Piemonte e l’Emilia Romagna. Per contro la Campania ha prodotto ben il -20% rispetto al 2015, la Lombardia ha segnato un -15% cui fanno seguito Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Umbria e Sicilia con decrementi compresi tra il -5% e il -7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Il 2016 sarà un’annata da ricordare soprattutto per i grandi rossi come i piemontesi. A pesare, sul calo produttivo della Lombardia sono state, in particolare, le aree dell’Oltrepò e della Franciacorta dove i decrementi sono stati, in entrambi i territori, dell’ordine compreso tra il -15% e il -20%.
Fonte: Italia Oggi