La regolazione dell’offerta è un nuovo strumento di politica agraria per aumentare la stabilita dei formaggi DOP e IGP. II Consorzio di tutela Grana Padano DOP e stato il primo a utilizzarla e ha prodotto risultati interessanti sul fronte dei prezzi.
La possibilità di regolare l’offerta deiformaggi viene formalmente introdotta in Europa dal regolamento 261/2012 e deriva da un’iniziativa tutta italiana. Infatti, il Consorzio di tutela del Grana Padano dop, già nel 2002, aveva introdotto un sistema per la regolazionedell’offerta tra i caseifici ma, dal mo-mento che entrava in contrasto conla normativa antitrust, è stato primasospeso e poi modificato affinché nonrisultasse uno strumento restrittivodella concorrenza. Dopo diverse vicissitudini, nel 2012 è arrivata la normativa comunitariache ha fornito una base normativasolida e delineato i confini e i limitidi questo strumento, evitando contrasti con la normativa in materia diconcorrenza. In realtà, proprio il Consorzio di tutela del Grana Padano DOP ha avviato un dialogo costruttivo conBruxelles, dal quale è scaturita la pos-sibilità, nell’ambito del «pacchetto lat-te», di attuare il controllo dell’offer-ta delle denominazioni di origine deiformaggi. L’esperienza del Grana Padano DOP rappresenta quindi un valido.
In Europa 7 Consorzi regolano l’offerta
Attualmente in Italia sono 4 1 for-maggi dop a essere dotati di regola-zione dell’offerta: Grana Padano DOP, Parmigiano-Reggiano DOP, Asiago DOP e Pecorino Romano DOP. Altri 3 se ne contano in Francia: Comté, Beaufort e Reblochon. Inparticolare, i Consorzi di tutela dei diversi formaggi hanno adottato dei Piani produttivi per disciplinare il funzionamento dei sistemi di regolazionedell’offerta.
La regolazione dell offerta in Italia
Il meccanismo di funzionamento della regolazione dell’offerta è molto simile per tutti e quattro i formaggi dop italiani. In questo articolo illustriamo il piano produttivo del GranaPadano DOP 2016-2018. Il sistema di regolazione dell’offerta prevede:
- l’assegnazione a ciascun caseificio di una quota produttiva (espressa innumero di forme), denominata Puntodi riferimento (Pr);
- il pagamento di un onere di contri-buzione verso il Consorzio di tutela perciascuna forma prodotta.
Fonte: L’Informatore Agrario