Il Ceta favorirà l’agroalimentare italiano «Pasta e indicazioni geografiche in primis». E comunque, Trump o non Trump, «l’Ue non fermerà la ricerca di nuovi mercati da aprire mediante accordi di libero scambio»: lo dice Mauro Petriccione, italiano, vice direttore generale per il commercio della commissione Ue e capo-negoziatore per il Ceta. ItaliaOggi lo ha raggiunto, per capire come evolve la politica commerciale di Bruxelles. Sullo sfondo la commissione affari sociali del Parlamento europeo che ha votato una mozione per respingere l’accordo CanadaUe; è un parere che forse non influirà sul voto finale della plenaria di Strasburgo, atteso per febbraio.
D. Gli americani hanno sempre attaccato il Ceta perché con il riconoscimento dei prodotti a indicazione geografica da parte di Ottawa, loro non potranno più vendere in Canada i loro formaggi. Ci spiega?
R. Non solo il parmesan fatto negli Usa continuerà a non entrare in Italia, ma avrà accesso in Canada solo se c’è scritto in inglese parmesan, made in Usa, senza bandiere tricolori… insomma mostrando ai consumatori canadesi che non si tratta di un prodotto italiano (evocato) e men che meno di autentico Parmigiano Reggiano DOP. Il Canada ha preso decisioni coraggiose nonostante una pressione enorme dagli Usa, soprattutto sulle indicazioni geografiche.
D. L’accordo azzera i dazi per l’importazione di grano duro?
R. Certo. Positivo per l’industria della pasta italiana, che si fa con il grano duro.
Fonte: Italia Oggi