Cambia nome e cambia stile, Valpolicella Ripasso DOP la denominazione nata sei anni fa. Da adesso si chiamerà Valpolicella Superiore Ripasso a sottolineare la riqualificazione che parte dal vigneto e si consolida in cantina con la migliore definizione delle tecniche di produzione escludendo il «doppio ripasso» e il «taglio». Un passaggio importante per il vino che è diventato il primo vino della Valpolicella in volume, 210 mila ettolitri nel 2015 contro i quasi 15mila del Valpolicella e i 10mila circa dell’Amarone. Un vino cresciuto anche in termini di valore tanto da essere al secondo posto dopo l’Amarone.
Per Christian Marchesini, presidente del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella «Il Valpolicella Ripasso DOP, con circa 26 milioni di bottiglie all’anno e un ottimo rapporto qualità I prezzo, rappresenta il driver degli altri vini in molti mercati dove l’Amarone resta il prodotto di lusso per le occasioni speciali». Il Valpolicella Ripasso ha successo sui mercati stranieri, Usa 21 %; Regno Unito 16%; Germania 13%; altri mercati Ue 10%; Svezia 5%; Russia e Cina 5%. Come sottolinea Olga Bussinello, direttore dell’Ente di Tutela «Il percorso di modifica è partito quasi due anni fa attraverso un’analisi dei prodotti presenti sul mercato, variegati e a volte troppo moderni». Da le novità, l’introduzione del termine «Superiore», titolo alcolometrico effettivo al consumo non inferiore al 13% vol., ni anche «rifermentazione in un’unica soluzione» e le vinacce utilizzate dovranno includere una frazione liquida di vino atto a divenireAmarone o Recioto compresa tra il 10% e il 15% rispetto al totale di vino Valpolicella da ripassare.
Fonte: Italia Oggi