L’Amarone della Valpolicella DOP, vino tra i più importanti d’Italia, continua ad essere motore della crescita economica del suo territorio: nel 2016 il giro d’affari del “Sistema Amarone” (286 imprese che mediamente nel periodo 2010/2016, hanno annualmente imbottigliato in media poco meno di 110.000 ettolitri del grande rosso veronese) è cresciuto del +5% sul 2015, per un controvalore stimato sui 330 milioni di euro. Anche grazie alle esportazioni, che valgono il 65% del mercato, cresciute del +3%, ma bene anche l’Italia, dove si registra una crescita in valore del +10%. Sono i numeri dell’Osservatorio, curato da Wine Monitor, per il Consorzio tutela Vini Valpolicella, per “Anteprima Amarone 2013”, di scena a Verona, dal 28 al 30 gennaio presso il Palazzo della Gran Guardia, con 78 aziende che presentano l’annata 2013 (www.anteprimaamarone.it).
“La fisionomia produttiva del nostro territorio – commenta Christian Marchesini, presidente del Consorzio tutela Vini Valpolicella – è cambiata: dal 2005 al 2016, le aziende agricole produttrici di uva sono diminuite a favore di quelle che chiudono la filiera dall’uva alla bottiglia. All’interno di questo processo si collocano anche gli accorpamenti per acquisti o subentro generazionale. La superfice, dal 2006 in poi, è aumentata di 2.000 ettari e con essa la produzione di uva. Ogni anno, inoltre, il Consorzio richiede alla Regione, in accordo con le associazioni di categoria, la selezione qualitativa dell’uva da Amarone fissando la percentuale di cernita in vigneto che non potrà comunque mai essere superiore ai 78 quintali ad ettaro previsti dal disciplinare”.
L’estero vale il 65% del mercato dell’Amarone della Valpolicella DOP, con Germania (18%), Usa (11%), Svizzera (11%) UK (10%), Canada (7%) e Svezia (7%) primi mercati, mentre l’Asia, con Cina e Giappone, vale appena il 5% del totale. Ma va bene anche sul mercato italiano l’Amarone della Valpolicella DOP, con un incremento del +10% in valore. L’HORECA pesa per il 25% delle vendite del mercato Italia, a cui va associata gran parte della quota detenuta dai grossisti (32%), che in molti casi rivendono il grande rosso della Valpolicella proprio a ristoranti ed enoteche. Marginale la GDO, dove si vende appena il 3% di tutte le bottiglie prodotte.
Fonte: WineNews.it