L’Asiago DOP affronta la battaglia commerciale sui mercati esteri con una doppia arma: da una parte l’azione promozionale che va incontro a culture diverse, capace ad esempio di far capire ai cinesi le proprietà salutistiche del formaggio per combattere l’osteoporosi molto diffusa, o in grado di abbinare il formaggio a ricette tradizionali asiatiche o sudamericane; dall’altra l’azione politica e legale per far riconoscere il marchio “Asiago” anche fuori dall’Europa con azioni di tutela.
«In Messico sono 4 anni che facciamo azioni preparatorie – testimonia Flavio Innocenzi direttore del Consorzio tutela formaggio Asiago – e abbiamo ottenuto di cambiare la classe doganale: si è passati dal 120% di tasse al 45%, e contiamo di giungere al 20%. Secondo: abbiamo ottenuto il riconoscimento della denominazione come Indicazione geografica, grazie al fatto che il Messico aderisce al trattato multilaterale di Lisbona dell’Organizzazione della proprietà intellettuale (WIPO). Forti di questo, abbiamo chiesto ai produttori americani che abusivamente esponevano i loro prodotti “Asiago sounding” (li fanno da decenni) di fermarsi, e la grande catena Walmart-Superama ha bloccato la loro importazione. È questo che intendo quando spiego che è efficace la doppia azione, promozionale e di tutela».
Oltre ai trattati commerciali multilaterali fra Paesi, strumenti di tutela sono garantiti anche da accordi bilaterali come ad esempio il recente CETA: «Per noi è buono, perché comunque migliora la situazione, nel senso che i produttori locali non potranno più usare bandierine italiane o altro, e le importazioni saranno ampliate. L’importante però è che quel modello “bilaterale” non diventi la regola ».
Fonte: Il Giornale di Vicenza