La legalità comincia dal campo per arrivare alla tavola. Il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP sta pensando di inviare un’informativa a tutte le sue 120 aziende agricole associate per ribadire l’importanza di una condotta trasparente come ulteriore punto di forza nella promozione del prodotto che, oltre ad essere buono, deve anche essere etico. «Abbiamo a cuore il tema della legalità», sottolinea Paolo Manzan, presidente del Consorzio, «fino ad oggi nelle nostre aziende non sono state riscontrate grosse mancanze, ma è importante tenere sempre una buona condotta, sollecitando tutti gli imprenditori che sono iscritti al nostro Consorzio. La trasparenza nell’assunzione e nella gestione della manodopera è fondamentale anche per l’immagine del nostro radicchio».
Una coltura che riesce meglio di altre a tenere il prezzo e a garantire un discreto guadagno agli agricoltori. Ma non va sempre così. «Purtroppo ci sono altre colture che rischiano di scomparire dal nostro territorio», conclude Manzan. Parole che trovano riscontro in un esempio concreto dell’insostenibilità economica tra costo del lavoro e ricavi, ai quali si deve aggiungere un’agguerrita concorrenza di ortaggi provenienti dall’estero, dove la manovalanza costa meno. «Un ragazzo raccoglie mediamente 5 chilogrammi di fagiolini all’ora e il costo della manodopera in Italia è di 18 euro all’ora. Semplicemente, non ci si sta dentro. Sono stati tolti i voucher e questo non aiuta, diciamo che servirebbero degli strumenti di lavoro più flessibili, onesti, tracciabili e, magari, agevolati come avviene al Sud, dove spesso si applica una defiscalizzazione della manodopera».
Fonte: La Tribuna di Treviso