Dimmi come mangi e ti dirò chi sei». Questo il sottotitolo con cui si potrebbe ben efficacemente chiosare l’evento tenutosi giovedì scorso nell’accogliente cornice di Villa Necchi Campiglio a Milano. E anche se lo slogan di presentazione della ricerca effettuata dal Censis, il centro studi che dall’ormai lontano 1964 rappresenta la più completa interpretazione della realtà e degli stili di vita degli italiani, monitorandone a 360 gradi cambiamenti ed abitudini. E’ altrettanto vero che lo scopo della tavola rotonda e i risultati della ricerca hanno detto qualcosa di più e di diverso da una pur interessante statistica alimentare.
Nella ricerca “Il futuro dell’alimentazione: tra stili di vita contemporanei e nuovi modelli di fruizione”, che l’Istituto ha condotto per Nestlé Italia e presentato ieri a Milano si sostiene che gli alimentari tornano al centro dei consumi degli italiani: il cibo incide sul 14,3% della spesa delle famiglie, una quota che supera di quasi tre punti percentuali la media dei principali paesi Ue (11,4%).
Diversamente da quanto accade nel resto del mondo, a guidare la spesa del consumatore italiano non è il prezzo, ma sono fattori qualitativi e “valoriali” quali la trasparenza delle informazioni (94,4%), la funzionalità (prodotti a lunga scadenza, 88,4% e o facili da cucinare, 75,1%), la salute (84,6%), l’eticità (83,5%). “A questi – dice il Censis – si aggiunge l’italianità, valore per il quale è disposto a pagare qualcosa in più (85,5%), in linea con un fenomeno globale di domanda di italian food che dal 2010 al 2015 è cresciuto nel mondo del 36,5%”.
Fonte: Avvenire