L’Italia continuerò a contendersi con la Spagna il primato di Paese leader nell’export enoico anche nel 2020, mentre la Francia sarà ancora lontanissima in termini di valori, con gli Stati Uniti che si confermeranno come il più remunerativo dei mercati. Ecco i risultati dello studio di Ismea “Outlook vino 2020”, presentato lunedì 10 aprile a Vinitaly dal direttore generale Ismea Raffaele Borriello. Un’analisi che prende le mosse innanzitutto dagli sviluppi più recenti, a partire da una stabilizzazione dei consumi complessivi, che nasconde però una consistente riorganizzazione tra aree geografiche. Passando alle spedizioni dei maggiori Paesi produttori, la sfida tra Francia e Italia sui grandi mercati registra il primato del Belpaese in Usa, Germania, Svizzera e Russia, mentre la Francia si colloca meglio in Paesi comunque importanti come Canada e Gran Bretagna.
Sulla qualità e sui prezzi all’esportazione si gioca probabilmente la partita decisiva del futuro: in questo senso il prezzo intermedio tra il “premium” francese e il low price spagnolo consente all’Italia maggiori margini di crescita. Il nostro Paese segna infatti un +20% nei prezzi medi all’esportazione nel periodo 2014-2016 rispetto al 2011-2013, con la Francia che cresce del +9% e la Spagna che perde il -5%. L’Outlook 2020 per il settore del vino indica, in primo luogo, una lieve crescita (+2,4%) della produzione mondiale. In questa tendenza la Cina, con uno stimato +10%, assumerà un ruolo di rilievo, non solo come Paese consumatore ma anche come produttore. I consumi mondiali dovrebbe mantenere un trend positivo, con un incremento stimato di oltre il +4%. A guidare questa crescita saranno ancora gli Stati Uniti (+5,7%) che consolideranno il primato con una probabile espansione dei consumi nelle aree attualmente meno interessate dalla tendenza, la Russia (+6,1%), con un aumento della richiesta di prodotti premium, e la Cina, che nel ranking mondiale dei Paesi consumatori potrebbe raggiungere la Germania al quarto posto.
Infine, a fronte della crescita prevista dei consumi, gli scambi mondiali del vino dovrebbero subire un’accelerazione con un incremento di oltre il +5%. L’Italia, con un valore delle esportazioni in crescita del +10%, potrebbe confermare la leadership produttiva, con la Francia che farà un po’ meno bene (+6,1%) ed il Cile che potrebbe ritagliarsi un ruolo importante anche come Paese consumatore.
Fonte: WineNews.it