Ripartono nel 2016 le esportazioni di oli di oliva, la Spagna, per la seconda volta (la prima nel 2014), si è portata sopra la soglia di 1 milione di tonnellate. Secondo l’analisi Istat anche l’Italia ha potuto registrare all’estero un buon risultato, esportando poco meno di 400.000 tonnellate per un valore di oltre 1,6 miliardi di euro.
Il bilancio per gli oli di oliva made in Italy è stato positivo su tutti i fronti, in base ai dati ancora provvisori dell’Istat. Oltreconfine frantoiani e confezionatori italiani hanno potuto inviare il 10% in più dei quantitativi 2015, grazie a una produzione decisamente più abbondante. Ma anche gli incassi hanno messo a segno una crescita di circa il 6% su base annua, nonostante la riduzione dei prezzi seguita ai forti rincari dell’anno precedente.
Due buoni risultati, dunque, a cui si aggiunge un terzo dato altrettanto significativo, quello del saldo valutario della bilancia commerciale, strutturalmente in rosso, con il disavanzo del settore che si è quasi dimezzato in un solo anno, passando da 330 milioni di euro a meno di 175 milioni.
Se il primato dei volumi è passato alla Spagna, quello degli incassi è rimasto però in mano agli esportatori italiani, che sul mercato a stelle e strisce hanno realizzato, l’anno scorso, un fatturato di 550 milioni di dollari, contro i 512 milioni di Madrid.
Tornando ai dati italiani, oltre alla crescita delle esportazioni di oli di oliva, ad alleggerire la bolletta con l’estero del settore è stato l’anno scorso il contestuale ridimensionamento delle importazioni, seppure modesto. Un 2% in meno dei quantitativi, che ha ridotto di quasi 4 punti percentuali l’esborso valutario rispetto all’anno precedente.
In tutto l’Italia ha acquistato dall’estero poco meno di 572.000 tonnellate di oli di oliva, spendendo nel 2016 circa 1,8 miliardi di euro. Nel 2016 sono cresciute anche le importazioni di oli di oliva provenienti da Portogallo e Turchia, mentre ha perso posizioni la Grecia, ma soprattutto hanno registrato una battuta d’arresto in Italia i Paesi nordafricani, con un bilancio particolarmente negativo per Tunisia (-44%) e Marocco (-60%).
Le esportazioni di oli di oliva italiani hanno potuto invece beneficiare, in generale, di una maggiore apertura dei mercati nordamericani. In USA, primo sbocco commerciale, le vendite, sempre in termini quantitativi, sono aumentate del 13%, mentre in Canada, quarto mercato dopo Stati Uniti, Germania e Francia, si è registrata una crescita del 37%.
Fonte: Informatore Agrario