Tutta la nostra conoscenza sulla liquirizia è data dall’esperienza dell’uomo, maturata in circa 4 secoli di storia. II nostro obiettivo oggi è supportare questa conoscenza con indagini scientifiche per migliorare il prodotto e dare una maggiore certificazione di qualità alla Liquirizia di Calabria DOP». Antonio Massarotto a capo del Consorzio di Tutela Liquirizia di Calabria DOP, ha le idee chiare sui progetti futuri che l’organizzazione, riconosciuta nel 2012 e che raccoglie circa 20 aziende produttrici di Liquirizia di Calabria DOP, dovrà mettere in campo per dare nuovo slancio alla produzione e commercializzazione della preziosa radice che nasce e cresce da secoli in Calabria. Siamo orientati a fare ricerche sulla Liquirizia di Calabria DOP per migliorare altri aspetti riguardanti le caratteristiche organolettiche e prodotti elaborati a base di liquirizia. Per questo-continua – ci stiamo concentrando su nuovi campi sperimentali per vedere tra i diversi tipi di liquirizia che si possono impiantare qual è quella che può dare una migliore duttilità rispetto ad un’altra, e quali sono i terreni più favorevoli».
Insomma, il Consorzio, l’unico in Europa con una doppia denominazione, sia per la radice della liquirizia che per l’estratto (il primo rientra tra le spezie, l’altro tra i prodotti elaborati per pasticceria) punta in alto e a entrare nei mercati internazionali. Parola d’ordine: differenziarsi. A questo proposito lo stesso Consorzio ha presentato un progetto di filiera e utilizzerà i fondi comunitari (misure 1.1 –1.2-3.2 del Psr per i piani di comunicazione e promozione).
Il Consorzio di tutela della Liquirizia di Calabria DOP: oggi ci sono circa 20 aziende iscritte al Consorzio di tutela della Liquirizia di Calabria DOP. Le zone di raccolta sono individuate in 206 comuni che rientrano nella denominazione di Origine Protetta. Territoro dove si concentra la raccolta è l’alto ionio cosentino, soprattutto la zona che va da Sibari a Trebisacce con qualche area nel rossanese. Ma la produzione interessa in maniera vasta anche le zone interne da Cosenza fino a Cassano, lungo la valle dei fiume Crati. La radice è poi presente sulla zona costiera del Crotonese, fino al litorale catanzarese e la si ritrova nel basso reggino nelle zone di Bova fino ad arrivare quasi ai margini della provincia di Reggio Calabria. A macchia di leopardo la produzione interessa anche il vibonese e il lametino, ma in minima parte. E.C. pasticceria) punta in alto e a entrare nei mercati internazionali.
Fonte: Terra e Vita