L’Oltrepo del vino si interroga sulla decisione del nuovo disciplinare di eliminare la versione ferma della Bonarda dell’Oltrepò Pavese dall’elenco delle DOP. Se ne è parlato martedì 2 maggio, all’Enoteca regionale, durante l’ultimo dei tre incontri organizzati dal Consorzio di tutela Vini Oltrepò Pavese per spiegare la riforma. Nel corso del dibattito alcuni produttori di Rovescala hanno sollevato il problema, chiedendo il mantenimento tra le DOP della versione ferma del prodotto accanto a quella frizzante. Il presidente del Consorzio, Michele Rossetti, ha replicato con i dati della produzione, su cui si è basata la scelta operata nel nuovo testo del disciplinare: «Vogliamo trasformare la Bonarda nel rosso frizzante del territorio – ha affermato Rossetti -. Secondo i dati la produzione di Bonarda nella versione ferma si attesta al 10%».
Ora le osservazioni pervenute saranno analizzate, poi il testo passerà all’assemblea del Consorzio e, infine, seguirà l’iter definitivo attraverso gli organismi ministeriali. «Gli obiettivi della riforma – ha sottolineato Rossetti – sono dare reddito ai viticoltori, garantire la piena tracciabilità della DOP con la fascetta di Stato». Rossetti ha affrontato anche l’argomento dell’estensione dell’IGT a sei Comuni di pianura: «Gli approfondimenti dei nostri esperti hanno portato a escludere la possibilità di estendere la denominazione ai nuovi Comuni. Bisogna dunque cambiare approccio e pensare di restringere la zona di produzione per non discriminare i sei Comuni esclusi rispetto ad altre località di pianura che invece sono inserite».
Il nuovo disciplinare consente 14 DOC e una DOCG, eliminando 14 tipologie e versioni di prodotti. Per quanto riguarda la DOC, le novità principali riguardano l’eliminazione della versione ferma della Bonarda, la creazione di un Metodo Martinotti corto alternativo al Prosecco e di un marchio Oltrepò Pavese rosso fermo, l’introduzione di menzioni geografiche aggiuntive per premiare zone particolarmente vocate: “Volpara” (Moscato), “Montalto Pavese” (Riesling), “Alta Valle Versa” (Metodo Classico), “Rovescala” (Bonarda e Oltrepò Pavese Rosso), “Appennino di Lombardia” (Oltrepò Pavese bianco). Per la Docg, invece, si propone l’introduzione di un disciplinare per il Metodo Classico più restrittivo, che prevede la raccolta a mano in cassetta e la resa in pressa, e dei marchi “Classese” e “Cruasè” identificativi di spumante bianco e rosè Metodo Classico. Per l’IGT, infine, si propone la modifica del nome “Provincia di Pavia” in “Colline Pavesi”.
Fonte: La Provincia Pavese