Gli scettici, i critici, insomma tutti quelli che avevano sempre visto male l’idea di Expo a Milano, dovranno ricredersi ancora una volta perché, dopo il successo dell’Esposizione universale del 2015, il 9 maggio Barack Obama arriverà nel capoluogo lombardo dove terrà un keynote speech a «SeedseChips», per rimarcare il ruolo strategico dell’Italia e di questa città nel futuro del cibo. Un primato che in questi anni il nostro Paese ha rafforzato anche attraverso politiche che hanno favorito l’inserimento dei giovani nelle imprese agricole e finanziato le start up tecnologiche di settore con fondi specifici. Su questo tema il Ministro Maurizio Martina è sempre stato molto concreto: giovani ed innovazioni tecnologiche sono stati gli aspetti su cui ha puntato maggiormente dall’inizio del suo mandato.
La manifestazione «SeedseChips» – il summit internazionale della food innovation – ospiterà dunque la prima uscita pubblica dell’ex Presidente americano; l’evento, insieme a «TuttoFood» e «Food for all», trasformerà Milano, dall’8 all’11 maggio, nella capitale mondiale del cibo, dove si discuterà delle sfide alimentari del futuro: dalle nuove tecniche di produzione alimentare, alla nutrizione, al diritto al cibo, fino alla sostenibilità. L’intervento molto atteso di Obama, incentrato sul ruolo dell’innovazione tecnologica, sugli effetti dei cambiamenti climatici e sulla produzione agroalimentare, potrà rappresentare probabilmente una prima vera risposta politica alle iniziative assunte dall’attuale presidente Trump su temi come clima, ambiente e agricoltura. Le visioni contrapposte fra l’attuale e l’ex Presidente USA su temi strategici che segnano il destino dell’umanità sono il vero scontro politico in atto a livello internazionale. Con il suo speech, Obama proverà da Milano, coinvolgendo anche l’Europa, a controbilanciare lo stravolgimento che Trump sta cercando di portare nell’ordine mondiale.
Negli anni del suo mandato Barack Obama ha lavorato molto sui temi legati all’agricoltura sostenibile e alla nutrizione attraverso i numerosi programmi governativi messi in atto. Un impegno testimoniato da quel piccolo orto piantato quasi per caso alla Casa Bianca ad inizio mandato da Michelle. Paradossalmente quell’orto oggi sta diventando il simbolo più potente della politica dell’ex Presidente, perché racchiude tanti significati e contiene molte risposte alle preoccupazioni che assillano non solo l’America, ma tutti noi: sicurezza alimentare, benessere, spreco, ambiente, clima sono tematiche in cui ci sentiamo sempre più coinvolti e anche protagonisti per trovare adeguate soluzioni.
Il ruolo che possiamo giocare
La visita di Obama credo possa essere letta anche come un riconoscimento all’agricoltura italiana e a quello che essa rappresenta nell’immaginario di tutto il mondo. Un’agricoltura molto lontana dal modello intensivo ed estensivo dell’America. I nostri paesaggi, i nostri prodotti insieme alle nostre tecnologie rappresentano il futuro.
E se è vero che negli ultimi due giorni della sua visita Barack sarà ospite in un borgo delle Crete senesi, simbolo ed emblema della mezzadria toscana, da dove ancora oggi si può godere di quell’idea di vita e di cibo, allora dobbiamo credere che l’Italia potrà giocare un ruolo culturale ed economico di primo piano «unendo – come dice Marco Gualtieri ideatore di “SeedseChips” – la tradizione d’eccellenza in campo alimentare e l’innovazione».
Mauro Rosati
Direttore Generale Fondazione Qualivita
Fonte: l’Unità