«La Pasta di Gragnano IGP, insieme ad altri prodotti campani tutelati da marchio come il Pomodoro San Marzano dell’Agro-Sarnese Nocerino DOP o la Melannurca Campana IGP, offre una grande opportunità dì espansione nei mercati internazionali e rappresenta un elemento strategico per tutto il Sud. La Campania con i propri prodotti può fare da traino allo sviluppo agroalimentare del Paese». Così Mauro Rosati, direttore di Qualivita, è intervenuto a «Legami di Pasta», l’iniziativa organizzata dal Consorzio Pasta di Gragnano e Gnam Village di Città della Scienza sul futuro delle produzioni di qualità. Un messaggio immediatamente raccolto dal presidente del Consorzio Pasta di Gragnano, Giuseppe Di Martino che, con l’iniziativa Ligarni di pasta ha inteso spingere per un’unione dei prodotti a marchio di qualità DOP e IGP in grado di garantire un maggiore sviluppo dell’intero comparto e dell’export delle produzioni di qualità: «i fondi di investimento – ha detto – sono entrati nell’IGP, nel senso che credono nella valore immateriale del marchio, La Pasta Di Martino – ha incalzato – può essere battuta da uno slogan commerciale di un qualunque altro pastificio, ma la pasta di Gragnano no».
Ma da Legami di Pasta è emersa anche la fotografia dell’agroalimentare campano. L’ha scattata Raffaele Borriello, direttore generale dell’Ismea: “Con 3,5 miliardi di euro di produzione agricola, la Campania è la settima regione del sistema agricolo nazionale e la terza nell’agricoltura del Mezzogiorno, dove è preceduta solo da Sicilia e Puglia. Vanta 54 prodotti DOP e IGP dei comparti Food e Wine ed è la quinta regione italiana per ritorno economico delle filiere produttive di qualità, con 342 milioni di euro di impatto territoriale per il food (pari al 5,5% dell’intero settore nazionale) e 31 milioni di valore alla produzione del vino sfuso”.
Fonte: L’Informatore Agrario