I numeri sono impressionanti. Nella sola Ucraina, su 3 milioni di bottiglie con etichetta riportante il nome Asti, solo 569 mila sono Asti DOP autentiche e vendute con un prezzo medio a scaffale di 6,55 euro. Le altre, ovvero quasi 2,5 milioni di bottiglie, sono invece bottiglie taroccate vendute a 2,46 euro e contenenti spesso intrugli di acqua e zucchero che nulla hanno a che fare con l’Asti DOP. È quello che rileva un’indagine Nielsen sommando tutte le bottiglie passate agli scanner delle casse dei supermercati monitorati. Ma se dovessimo ipotizzare il consumo annuo, comprendendo i supermercati esclusi da Nielsen e le vendite tramite il canale Horeca, la cifra sale a 4 milioni di bottiglie.
Una concorrenza illegale che, oltre al danno economico, crea uno svilimento dell’immagine, confusione e disaffezione all’Asti DOP autentico, dopo aver bevuto quello falso prodotto da aziende spregiudicate che operano con la compiacenze del sistema amministrativo. E se l’azione giudiziaria è spesso inefficace, le vie diplomatiche a volte possono essere più risolutive. Per questo ieri l’eurodeputato Alberto Cirio è andato a Chisinãu, capitale della Moldavia, per incontrare alcuni esponenti del Governo e tentare di interrompere questo fenomeno che riguarda anche il Prosecco DOP.
L’INTEGRAZIONE ECONOMICA. «A sollecitare l’intervento sono stati gli stessi Consorzi, perché il mercato della contraffazione è in forte espansione – spiega Cirio, che è anche presidente della Commissione per l’integrazione economica di Euronest -. Viene copiato il nome del vino, ma anche colori e simboli delle etichette. In altri casi vengono storpiati i nomi dei luoghi dove nascono i nostri vini, trasformando ad esempio Asti in “Astin” e Alba in “Alb”». Dopo un primo passaggio a Bruxelles con l’ambasciatore moldavo, Cirio è entrato in contatto con l’Agenzia territoriale per la proprietà intellettuale, di cui ieri in Moldavia ha incontrato i funzionari. «Ho approfondito anche con loro la possibilità di tutela dei marchi e incontrato vari esponenti politici territoriali. La Moldavia, come l’Ucraina, aspira a far parte dell’Ue e io, come presidente della Commissione Economica di Euronest, ho il compito di rimarcare che senza rispetto delle regole non può esserci nessun ingresso».
Fonte: La Stampa