Con un’inflessione inconfondibile, Cristiano Ludovici, presidente del Consorzio Prosciutto Toscano DOP, afferma:”Ci garbano i nostri consumatori”. Sintesi perfetta della filosofia dei 21 consorziati (più tre affettatori), “che perseguono compatti i miglioramenti del prodotto, con l’obiettivo di alzare sempre la qualità e soddisfare le esigenze dei nostri clienti. Il tutto nel rispetto della tradizione”. I dati sembrano dare ragione a Ludovici: con circa 400mila pezzi prodotti e momenti di vendita sempre più significativi, il Toscano è leader nel segmento dei salumi preaffettati e confezionati che si trovano sui banchi dei supermercati.
E negli ultimi anni ha mostrato una predisposizione particolare a varcare i confini nazionali, partecipando ad alcune delle fiere internazionali più prestigiose del settore, come Anuga e la Summer Fancy Food di New York. “Produciamo circa 4 milioni di vaschette all’anno — fa i conti Ludovici —, quasi un quarto della produzione viene distribuito già tagliato sugli scaffali della grande distribuzione (canale che rappresenta 1’85% delle vendite, ndr)». Presidente Ludovici, quali sono i compiti del vostro Consorzio? “Il Consorzio ha una missione di tutela e promozione, quella assegnata dalla Comunità europea. Abbiamo il compito di applicare il disciplinare che contiene le regole a cui si devono attenere i produttori e di effettuare i controlli necessari; inoltre abbiamo un’attività di promozione del prodotto e del Consorzio stesso presso i nostri stakeholder”.
Quali sono i vostri numeri? “Siamo il terzo Consorzio d’Italia nel mondo della prosciutteria DOP, anche se a livello di produzione siamo distanti dai primi due. Le nostre 400mila cosce prodotte, però, vantano un bel trend di crescita e di apprezzamento da parte dei consumatori”. E a livello di export? “Un 10% della nostra produzione viene venduto all’estero. In realtà, la quota potrebbe essere maggiore, ma i nostri numeri non ci consentono di venire meno agli impegni presi a livello nazionale. Fuori confine, il mercato più promettente per noi è quello degli Stati Uniti”. II settore delle carni, negli ultimi tempi, ha dovuto fare fronte a un cambio di abitudini da parte dei consumatori. Voi come vi siete mossi? “Non siamo mai stati fermi. Da un lato ci sono sempre maggiori controlli e packaging studiati per il consumatore moderno”.
Fonte: QN